Frosinone, Cristofari: «Ottanta accessi Covid in un giorno ai Pronto soccorso, così non reggiamo»

Fabrizio Cristofari
di Matteo Ferazzoli
4 Minuti di Lettura
Martedì 27 Ottobre 2020, 08:46 - Ultimo aggiornamento: 29 Ottobre, 22:56

Il messaggio è chiaro: il Covid non si batte solo con i medici ma con l’impegno di tutti. È questo il punto su cui ha battuto fortemente Fabrizio Cristofari, Presidente provinciale dell’Ordine dei medici, in una conferenza stampa, organizzata nella mattinata di ieri, a tema Covid-19.
 

I numeri

Attualmente, come illustrato dallo stesso Cristofari, i numeri nel pronto soccorso dell'ospedale “Spaziani” di Frosinone, corrispondono «a circa 50 accessi di casi Covid al giorno e una permanenza di circa 20 pazienti positivi, che restano per più di 24 ore nel Pronto soccorso, con percorsi dedicati. Considerando l’ambito provinciale, sono circa 80 accessi totali». Sullo stato della terapia intensiva, ha spiegato: «La stanno quadruplicando, come già era stato fatto nei mesi passati. In questo momento, penso che i posti che ci sono adesso, sono tutti occupati». Adesso, «la difficoltà è nei pronto soccorso, con i pazienti che permangono lì. Domenica sera, in tutto il Lazio, all'interno di questi, c'erano 700 positivi. Dobbiamo ripristinare le condizioni di aprile, anche se forse serviranno molti più posti. Come detto dal Presidente Nazionale dell’Ordine, due, tre settimane con questo andamento, comporterebbero il collasso del sistema». 
 

La conferenza

«La soluzione per il Covid– ha spiegato Cristofari- è basata, prima di tutto, sui comportamenti dei cittadini. Stiamo scontando un quadrimestre in cui si sono verificati atteggiamenti non in linea con il virus. I dati degli ultimi giorni sono allarmanti. È vero che, adesso, troviamo più positivi, ma non è assolutamente vero che i malati sono di meno o meno gravi». Con questi indici di crescita, «c’è il rischio di un altro lockdown. Oltre la pressione sui pronto soccorso, la misura della gravità è data dai pazienti in terapia intensiva. Ad aprile, avevamo saturato completamente i posti, nonostante fossero quasi raddoppiati. Non dobbiamo arrivare a questo punto, con la mancata assistenza ai pazienti». Oltre al rispetto delle norme sanitarie, però, per Cristofari «questa partita non si vince solo negli ospedali, ma sul territorio.

Proprio perché ci sono tanti positivi asintomatici, ci deve essere una rete territoriale, con persone, mezzi e strumenti idonei». Questo, infatti, potrebbe aiutare a non intasare i vari ospedali.

«Lo sforzo – ha continuato Cristofari- deve essere di tutta la società. Dobbiamo convincerci di tre cose fondamentali: è pazzesco risparmiare sulla sanità, c’è necessità che tutti si comportino secondo disposizioni e, infine, le istituzioni devono esser al passo dei dati epidemiologici, senza reticenze». Sul ruolo dei medici di base, Cristofari ha affermato: «Devono essere forniti loro degli strumenti di protezione e dei sistemi tecnologici di tracciamento. Un medico da solo non può monitorare tutti i suoi pazienti. Serve anche un coordinamento maggiore, non solo con la Regione, ma con gli organismi istituzionali».

Cristofari, quindi, ha continuato: «A quest’epidemia epocale, lo Stato è arrivato impreparato. Visti i tagli alla sanità, ora abbiamo carenze di personale. Lo Stato deve dare una risposta efficiente a questo problema, investendo con risorse reali e rimodulando il percorso d’ingresso e post universitario degli studenti». Sull'ipotesi degli ultimi giorni di sottoporre al tampone solo i sintomatici, ha spiegato: «È ciò che è stato fatto all'inizio della pandemia. È una proposta di rottura, che forse verrà presa in considerazione, visto l’andamento attuale». In Provincia, invece, sono tra i 20 ed i 30 i medici che hanno contratto il virus, nessuno in forma grave.
 

Patologie non legate al Covid

«Le patologie ordinarie sono quelle che, adesso, sono più in difficoltà. Se ci sono episodi come infarti, ictus o legati a patologie acute – ha chiarito il medico- i ricoveri sono normali, senza impedimenti. Ci sono comunque i percorsi di emergenza dedicati per questi casi. Un appello, però, per le patologie di minore rilevanza di evitare di andare in pronto soccorso, per non correre il rischio di contagio».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA