Frosinone, nella difficoltà Covid, sono molti gli interventi della Croce Rossa territoriale in aiuto alle persone

Frosinone, nella difficoltà Covid, sono molti gli interventi della Croce Rossa territoriale in aiuto alle persone
di Matteo Ferazzoli
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 11 Novembre 2020, 08:20

«L’emozione più forte è stata quella che ho provato quando abbiamo portato un pacco alimentare ad una famiglia. Ad aspettarci c’era una mamma con un bambino piccolissimo. Quando ci ha visto arrivare con il pacco, quel bambino ha avuto la stessa emozione che hanno i bimbi quando scartano un regalo a Natale. In quel momento, ho capito quanto avevano bisogno di quei pacchi». A pronunciare questa frase è Ermanno De Dominicis, volontario della Croce Rossa di Frosinone. Probabilmente, racchiude al meglio il motivo che spinge cui i volontari CRI nell'aiutare i cittadini anche in quest’epopea Covid,
La situazione
«La pandemia sta aumentando sempre di più – spiega Antonio Rocca, presidente del Croce Rossa di Frosinone – È difficile operare sul territorio, ma stiamo portando avanti molti interventi». Nel caos più totale del momento, in cui spesso i cittadini, bisognosi di assistenza, brancolano nel buio, la Croce Rossa di Frosinone sta portando avanti, coordinati dal Presidente Rocca e del vice Vittorio De Risi, diverse azioni d’ausilio alla popolazione.
Come spiegato dalla sorella Patrizia Capitanelli, referente territoriale delle emergenze, da marzo ad oggi, ad esempio, in tutta la Provincia sono stati consegnati circa 2700 pacchi alimentari e 677 medicinali, 330 spese sono state portate nelle case di persone impossibilitate all'uscita, più altre attività. Come quella psicologica per le persone che stanno risentendo della pandemia anche a livello mentale, i servizi di ambulanza, 330 buoni spesa consegnati alle persone, l’assistenza domiciliare sanitaria. Anche uno sportello di prevenzione per le altre malattie non Covid, con specialisti di vari rami. Il centralino della Croce Rossa, tra l’altro, squilla in media 30 volte al giorno. La maggior parte sono richieste legate al Covid
Le testimonianze
«Sicuramente c’è paura – racconta Antonella Arduini, delegata all'area sociale Cri- ma siamo spinti da una forza di maggiore che ci dà un input a continuare ad aiutare le persone che hanno molto più bisogno di noi». Dello stesso avviso Elide Pro, ispettrice infermiere volontario dell’ispettorato di Frosinone: «Nella pandemia, abbiamo proceduto per piccoli passi. All'inizio, gli over 65 e le persone con anamnesi positiva per alcune patologie non dovevano essere in sede. Poi, però ci siamo resi conto che forse abbiamo avuto un antidoto, perché con il parlare alle persone, stare in giro e portare i farmaci, abbiamo notato come loro stesse avessero capito cosa stavamo facendo. Tornavamo a casa con una serie di benedizioni che non avremmo messo insieme neanche in 10 anni di vita. È stato molto emozionante». La sorella Roberta Buccilli, invece, nello scorso agosto è stata impiegata nell'aeroporto di Fiumicino: «I tamponi venivano fatti solo ai viaggiatori che provenivano da alcune nazioni. Erano tutti molto giovani e arrivavano contenti. Poi, piano piano, durante il percorso per il tampone, iniziavano ad intimorirsi e spaventarsi. Erano partiti che non c’era l’emergenza mentre, al rientro, hanno trovato tutte queste restrizioni. Eravamo lì per tranquillizzare i passeggeri. La paura era tanta, non sapendo chi fosse o non fosse positivo». All'interno della CRI c’è anche il gruppo giovanile, impiegato in varie situazioni, come il misurare la temperatura corporea nelle scuole. Un’altra sorella, Valentina Quattrocchi, su questo spiega: «Siamo volontari, ma non sprovveduti. Abbiamo fatto un percorso di formazione per convivere con il Covid. L’importanza di avere i giovani qui in Croce Rossa è rilevante anche per diffondere un messaggio positivo, legato ai ragazzi e a non trattarli da untori. Nella nostra formazione, infatti, li informiamo sulla situazione e su quali sono le misure da adottare». Infine, sono state 120 le persone volontarie temporanee per la fase Covid, di questi, poi, 40 sono diventati nuovi soci.
Matteo Ferazzoli

© RIPRODUZIONE RISERVATA