Frosinone, il marito la porta in ospedale con la febbre alta, muore a 47 anni poche ore dopo

I fatti risalgono al 9 dicembre del 2021 quando intorno alle 20:54 la donna, con la febbre molto alta, viene accompagnata dal marito allo "Spaziani" di Frosinone

Frosinone, il marito la porta in ospedale con la febbre alta, muore a 47 anni poche ore dopo
di Marina Mingarelli
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Martedì 7 Marzo 2023, 07:09 - Ultimo aggiornamento: 11:18

La sera era andata in ospedale con la febbre alta, la mattina dopo è morta. Il gup Antonello Bracaglia Morante, respingendo la richiesta di archiviazione della Procura dopo la denuncia dei familiari, ha disposto un'indagine più approfondita sul decesso in ospedale di una donna di 47 anni di Anagni.
I fatti risalgono al 9 dicembre del 2021 quando intorno alle 20:54 la donna, con la febbre molto alta, viene accompagnata dal marito allo "Spaziani" di Frosinone. I medici la visitano e sospettano che si tratti di meningite per cui mettono la paziente in isolamento. La mattina successiva, alle 6.10, la donna muore. Dunque dopo nemmeno nove ore dal ricovero. Ma cosa era successo in tutto questo tempo? Secondo quanto emerso dalle indagini avviate dai legali della famiglia, Giuseppe De Luca e Costantino D'Ambrosi, durante quelle nove ore la paziente non sarebbe stata sottoposta ad alcuna attività di monitoraggio o riabilitativa. Proprio questo ha indotto i familiari della 47enne a presentare una denuncia per accertare se fosse stato fatto il possibile per salvarla.
Ma a conclusione dell'inchiesta, il pubblico ministero, non ravvisando elementi di colpevolezza da parte del personale medico, aveva chiesto l'archiviazione per morte naturale. Richiesta contro cui si sono opposti i legali della famiglia della donna.


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LA DECISIONE

Nei giorni scorsi all'esito dell'udienza camerale il giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Frosinone, Antonello Bracaglia Morante, ha rigettato la richiesta di archiviazione ritenendo la necessità di ulteriori indagini. Il giudice ha osservato che appaiono degne di approfondimento le allegate condotte degli operatori sanitari in merito ad esempio all'assenza di un trattamento in terapia intensiva nella notte tra l'isolamento della paziente ed il suo decesso. «Trattamento peraltro - sottolinea il gup Bracaglia Morante - prospettato nella cartella clinica dall'infettivologo consultato e del quale dovrà essere valutata l'eventuale idoneità a scongiurare l'evento letale».
A seguito di tali fatti il giudice ha restituito gli atti al pubblico ministero che avrà ora novanta giorni di tempo per espletare l'attività di indagine. I familiari adesso chiedono soltanto di sapere se la morte della loro congiunta poteva essere evitata.
 

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