È il Frosinone più forte di sempre: più veloce del Pescara stellare di Zeman, meglio solo il Benevento di Inzaghi

È il Frosinone più forte di sempre: più veloce del Pescara stellare di Zeman, meglio solo il Benevento di Inzaghi
di Stefano De Angelis
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Giovedì 9 Febbraio 2023, 07:29 - Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 14:09


Mai così in alto tra i cadetti, mai primo con così tanti punti dopo 23 turni. È il Frosinone delle meraviglie, quello che sta viaggiando a mille e che sta facendo sognare di nuovo i tifosi e una città intera.

Quello targato mister Grosso, alla sua seconda stagione in Ciociaria, è il Frosinone più forte di sempre. Lo dimostrano i numeri, quelle caselle che gara dopo gara si riempiono fino a certificare la forza di una squadra rispetto alle altre. E che poi, a fine stagione, aiutano a comprendere i motivi di gioie e delusioni. Se poi a ciò si aggiunge anche il bel gioco fatto di verticalizzazioni, rapidità e fantasia, per nulla scontato neanche per chi domina un campionato, allora tutto si avvicina alla perfezione.

Ma per poter scrivere una favola sportiva spesso serve anche un po' di magia, quella che si crea quasi all'improvviso e che trasforma un organico di giocatori in un gruppo granitico in nome della compattezza, dello spirito di sacrificio e dell'altruismo.

In sostanza è il fattore "armonia", quello che il direttore tecnico Guido Angelozzi ha evidenziato soltanto pochi giorni fa elogiando i Leoni per il percorso fatto finora. Una serie di combinazioni che sembrano essersi materializzate nello spogliatoio giallazzurro, quasi ereditate dal recente passato glorioso che ha portato il club a scrivere pagine di storia. Allora era un altro Frosinone, forse un altro calcio e non solo perché non c'era il Var in B.

Oggi, però, c'è un club ancora più esperto e consapevole, strutturato e solido, anche sul piano finanziario e su quello delle progettualità da perseguire, non solo infrastrutturali. È quello guidato da quasi vent'anni da patron Maurizio Stirpe.
 

LE PRIME DUE VOLTE
Dalle due scalate quasi ravvicinate in Serie A sono passati alcuni anni: la prima nel torneo 2014-2015 con l'invasione del "Matusa" dopo il successo 3-1 sul Crotone. In panchina c'era Stellone (oggi neotecnico del Benevento) e in avanti i gemelli del gol Ciofani e Dionisi. Finora è stata l'unica promozione diretta. Il Frosinone chiude la stagione al secondo posto con 71 punti, dietro al Carpi, collezionando un totale di venti vittorie (62 gol realizzati e 49 subiti).

Tre anni dopo, annata 2017-2018, il secondo miracolo, il nuovo salto nell'olimpo del calcio, questa volta via playoff e festeggiando dopo la sfida finale con il Palermo allo "Stirpe" (2-0). Alla guida dei Leoni c'era Moreno Longo (oggi mister del Como) e in rosa c'erano tanti protagonisti della precedente impresa affiancati da alcuni innesti come Maiello, Ciano e Chibsah. I canarini, al termine della regular season, si piazzano terzi con 72 punti (19 successi, 65 reti all'attivo e 47 al passivo). Nella stagione precedente non erano bastati 74 punti e ventuno affermazioni sul campo (57 gol siglati e 42 incassati) per volare in A: dopo il terzo posto dietro Spal e Verona, a spegnere i sogni è il Carpi nei playoff.
 

RULLO COMPRESSORE
Ma il Frosinone di oggi è un rullo compressore. Sta veleggiando a un ritmo impressionante, a una velocità mai toccata da quando è stabilmente tra i cadetti. Un ruolino di marcia perfino superiore a quello del Pescara di Zeman, Insigne, Immobile e Verratti (nel 2012 vinse il campionato di B con 83 punti, gli stessi totalizzati dal Torino di Ventura, secondo), del Cagliari guidato da Rastelli (primo nel 2016 con 83 punti), del Carpi di Castori (nel 2015 chiuse a 80) nonché dell'Empoli di Andreazzoli (stravinse nel 2018 con 85 punti).

Ora dopo ventitré giornate i canarini sono in testa a quota 51 punti, frutto di sedici successi e tre pareggi (quattro sconfitte), con 36 gol messi a segno e 13 presi. Non è la prima volta che il Frosinone si trova al comando dopo lo stesso numero di partite: era già accaduto nell'anno della seconda promozione in A, ma aveva 43 punti (undici vittorie e dieci pareggi, 43 gol fatti e 28 subiti). Nell'altra trionfale stagione, invece, era quinto con nove successi e otto sfide terminate in parità (35 punti, 33 reti fatte e 23 incassate). Nell'anno del testa a testa con il Verona dopo ventitré turni il Frosinone era secondo con 41 punti (dodici successi e cinque pareggi, 33 gol siglati e 26 palloni finiti nella propria porta).

I numeri collezionati dagli uomini di Grosso da agosto scorso a oggi, dunque, dimostrano la forza e la voglia di stupire della squadra, che sta correndo con un passo travolgente.

Il Pescara stellare di Zeman a questo punto del campionato aveva 45 punti, mentre le altre corazzate in lotta per il primato, Torino e Sassuolo, erano arrivate a 46. Il Cagliari ne aveva raccolti 49 (15 vittorie), il Carpi 46 e l'Empoli 40. A vantare lo stesso cammino fatto finora dal Frosinone sono altre tre squadre. Il Crotone di Juric nella stagione 2015-2016 era in vetta con lo stesso bottino di punti (51), con quindici incontri vinti, sei finiti in parità e due sconfitte (poi arrivò secondo dietro al Cagliari per una lunghezza). Cosa che era già riuscita nel campionato 2012-2013 al Sassuolo di Di Francesco, che aveva messo nel carniere gli stessi punti (51), collezionando sedici successi, quattro battute d'arresto e tre pareggi. Poi staccò il pass per la A a quota 85, tre lunghezze in più del Verona, secondo, e cinque del Livorno, terzo.

Solo il Benevento di Pippo Inzaghi è riuscito a fare ancora meglio: nel torneo cadetto 2019-2020 dopo ventitré gare era capolista con 54 punti (sedici vittorie, sei pareggi e uno stop). Salì in A con 86 punti.
 

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