Frosinone, Caritas a Selva Piana, effetto Covid: in un anno triplicate le famiglie in difficoltà

Frosinone, Caritas a Selva Piana, effetto Covid: in un anno triplicate le famiglie in difficoltà
di Matteo Ferazzoli
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Venerdì 21 Maggio 2021, 08:40 - Ultimo aggiornamento: 13:27

Sugli scaffali ci sono generi alimentari e oggetti di prima necessità, raggruppati lì per esser offerti settimanalmente alle persone più in difficoltà. Quelle ai margini, relegate quasi in “vite di scarto”.

L’edificio che ospita questi scaffali è immerso nelle criticità del quartiere Selva Piana, Frosinone bassa. Si trova ad un respiro dagli impianti sportivi del quartiere, ora in stato di incuria. Il “Casermone”, poi, è lì a pochi metri, come orizzonte più prossimo.

La struttura di cui parliamo sorge negli ex spogliatoi del quartiere, quando i campi sportivi venivano gestiti dalla parrocchia di Santa Maria Goretti. Adesso, c’è il centro della Caritas parrocchiale di Selva Piana.

Ogni giovedì, proprio lì, sono tantissime le persone che vanno a prendere cibo e altri beni per cercare di andare avanti. Quando ha aperto il centro, nel gennaio 2020, furono 40 le famiglie aiutate. Poi, con l’avvento del Covid, si è passati a 120 famiglie al mese che vengono sostenute dai volontari della Caritas e di “Nuovi Orizzonti”. Il coronavirus, quindi, ad estremizzare esistenze già precarie. 

A spiegare la situazione è Giuseppe Zambon, responsabile della struttura Caritas di Santa Maria Goretti: «Nel 2020, sono stati quasi 1000 i pacchi alimentari offerti a chi ne aveva bisogno. Secondo le stime, circa il 44% di queste donazioni sono state coperte dal “Fead”, un programma di aiuti europei agli indigenti».

E la situazione, nel 2021, rischia di peggiorare se non migliorerà la situazione lavorativa ed economica, con una ripresa omogenea per tutti. «In questi primi mesi del 2021 – continua Zambon- a livello di donazioni non è ancora arrivato nessun aiuto governativo e le gare di solidarietà del 2020 ancora non sono arrivate. Adesso, i pacchi distribuiti sono già circa 600. Ora stiamo andando avanti grazie all’ausilio di Don Francesco e di Nuovi Orizzonti e, soprattutto, alla raccolta alimentare fatta nel quartiere e nella città. All’entrata della Chiesa c’è un carrellino per le donazioni, e la sera non è mai vuoto».

Lo scorso sabato, poi, ci sono state diverse donazioni anche dall’Istituto Comprensivo Frosinone 2, in una raccolta alimentare all’interno di alcune scuole.

Se i numeri delle persone in difficoltà sono dunque altissimi, dietro ogni cifra si nasconde una storia diversa.

Come quella di Maria, 55 anni: «Abbiamo perso il lavoro, io e mio marito, già da qualche anno. Viviamo solo con il reddito di cittadinanza e una pensione di invalidità, mio marito ora non può più lavorare. Siamo in 3 in famiglia e vengo qui per avere un ulteriore aiuto per andare avanti. Facevo qualche lavoro in nero e, con il Covid, che tra l’altro ho anche preso, non ho più potuto fare neanche questi impieghi, come pulire le case».

Un’altra donna, Stefania, ci racconta: «Ho 57 anni, quest’iniziativa della Caritas è di grandissimo aiuto. Trovo prima di tutto accoglienza e umanità. Purtroppo ho problemi economici e questi pacchi sono un toccasana. La pandemia anche ha inciso molto. Percepisco solo il reddito ed ho diverse difficoltà perché ho avuto un incidente personale. Qui, oltre che i pacchi, vengo a ricevere una carezza di accoglienza».

Nel punto Caritas, infatti, non si dona solamente cibo. Grazie all’ausilio di diversi volontari del centro “Nuovi Orizzonti”, come Valentina, Federica e il seminarista Alessandro, c’è anche un momento di ascolto ed accoglienza. Perché nelle vite ai margini, anche il supporto psicologico è fondamentale: «Il nostro compito – spiegano i volontari- è quello di stare a contatto con queste persone e parlare con loro, aiutandole a vincere certe situazioni. Vengono famiglie dilaniate, con dolori dietro allucinanti. Il problema di fondo è che loro stessi si sentono scartati, spesso – concludono- provano vergogna e si tengono tutto dentro. Parlare con una persone esterna può aiutare. E' una realtà degli ultimi dove devono farsi forza per non farsi schiacciare»
 

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