Frosinone, locali in rivolta per l'ordinanza che vieta la vendita di alcol: «Misura assurda in una giornata così importante»

Il maxi schermo al parco Matusa
di Gianpaolo Russo
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Domenica 11 Luglio 2021, 10:21 - Ultimo aggiornamento: 13:22

Un coro di dissenso. Le restrizioni decise a poche ore dalla finale di questa sera tra Italia e Inghilterra, a Frosinone, fanno scoppiare la polemica. L'ordinanza firmata venerdì dal sindaco Nicola Ottaviani, che vieta la vendita di alcolici in tutti i locali, bar ristoranti, pub a partire dalle 17 di pomeriggio, ha mandato su tutte le furie gli esercenti del capoluogo che si stavano preparando per ospitare i tanti tifosi desiderosi di assistere alla finale degli Europei di calcio.

L'ordinanza è stata motivata con questioni di ordine pubblico e per evitare, in caso di vittoria, che i festeggiamenti possano andare oltre il buon senso a causa di qualcuno che, avendo bevuto qualche bicchiere di troppo, potrebbe perdere la lucidità.

Un provvedimento ritenuto eccessivo anche per la durata dell'orario.


UN CORO DI DISSENSO - I gestori dei locali non ci stanno: «Non si può impedirci di lavorare in un'occasione così e di far godere la partita ai nostri clienti magari sorseggiando una birra fresca commentano dallo Shake bar noto locale della centralissima via Aldo Moro Né si possono prendere questi provvedimenti perché qualcuno potrebbe esagerare. Basterebbe aumentare i controlli da parte delle forze dell'ordine per evitare qualsiasi problema. Così invece si finisce per penalizzare tutti».

«Come si fa ad impedire a qualcuno che va a cena di bersi un bicchiere di birra o di vino dichiara Alessandra gestore del bar Le Terrazze di Corso della Repubblica - Abbiamo preparato un maxi schermo, pagato i diritti della Siae, molti tavoli sono già prenotati da tempo. Noi siamo responsabili di ciò che accade all'interno del nostro locale, ma il centro storico è affollato anche di persone che vengono dai comuni limitrofi dove questi divieti non ci sono. Ci sono bar a tre chilometri da qui che, in quanto facenti parte di altri comuni, possono tranquillamente vendere bevande alcoliche. Le persone in teoria potrebbero ubriacarsi altrove e venire a far danni qua. Che senso ha allora?».

Contrario a questo provvedimento anche il gestore di Caffè 81 in via Fabi che dall'inizio del campionato europeo ha organizzato un maxi schermo e diverse serate dove in molti hanno tranquillamente assistito alle gare degli azzurri degustando dei prodotti accompagnati da qualche bicchiere di birra senza problemi: «Si continua ad accanirsi su una categoria martoriata dalla pandemia e dalle restrizioni anti covid e dimenticata dalle istituzioni in termini di aiuti economici- spiega Carmine - . Grazie alla partita di calcio dell'Italia molti locali hanno ripreso a lavorare bene. Questo provvedimento, invece, ci penalizza ulteriormente».


SI TEMONO DISDETTE - Molti locali subito dopo il passaggio in finale dell'Italia si sono organizzati investendo ed acquistando molto in termini di bibite e cibo. Chi li rimborserà ora? Il timore è che si perdano alcuni clienti che, viste le restrizioni, potrebbero preferire vedersi la partita a casa con gli amici e senza alcun tipo di restrizione.

Tra i gestori c'è chi ipotizzava dei divieti solo al termine della partita dove, come si spera, solo in caso di vittoria e di festeggiamenti per evitare che qualcuno potesse esagerare si sarebbe evitata la somministrazione di alcol garantendo così gli incassi dal pomeriggio sino alle 23 circa. In città intanto cresce l'attesa. I balconi si stanno riempiendo di tricolori mentre si prevede il tutto esaurito anche al maxi schermo previsto al parco Matusa.
 

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