Frosinone, ecomostro
di via Le Lame: l'iter riparte
dopo una lunga "paralisi"

Frosinone, ecomostro di via Le Lame: l'iter riparte dopo una lunga "paralisi"
di Alessandro Redirossi
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Mercoledì 14 Febbraio 2018, 15:47
Portare a termine gli interventi e le operazioni di collaudo mai completate per la messa in sicurezza dell’ecomostro di via Le Lame. Per poi andare avanti compiutamente con l’iter per la richiesta di risorse al Ministero dell'Ambiente (115milioni di euro) ai fini della bonifica del sito. Qualcosa finalmente si muove in Comune. Dove tutto era rimasto al palo negli ultimi mesi anche per la mancata individuazione di un nuovo responsabile unico del procedimento (Rup) a livello amministrativo, dopo il licenziamento dell’ex dirigente Acanfora. Emerge da una determina di fine gennaio scorso (a firma del segretario generale Scimè), con cui il Comune ha individuato, circa 6 mesi dopo il licenziamento di Acanfora, la figura del nuovo Rup per la discarica nel funzionario dell’Ente Damiano Bauco. Un passaggio fondamentale per procedere con le operazioni mancanti relativamente alla messa in sicurezza. 

LA MESSA IN SICUREZZA: SI RIPARTE
L’ecomostro da 625mila tonnellate di rifiuti fu sequestrato nel 2014 dopo i rilievi disposti dall'Autorità giudiziaria. Infatti si è registrata una penetrazione nel terreno del percolato, giunto a inquinare le falde acquifere. E sia Acanfora, ex dirigente comunale, che Elio Noce (attuale dirigente) sono fra gli indagati. La vicenda giudiziaria ruota tutta intorno proprio a interventi di messa in sicurezza del sito che non sembrano aver raggiunto il loro obiettivo. Nonostante investimenti milionari, coperti da finanziamenti regionali nell’ambito degli Accordi di Programma Quadro: il primo, nel 2004, da 2,6 milioni di euro e il secondo, di altri 6 milioni, nel 2008. Il primo intervento consisteva nella realizzazione di una barriera idraulica. Il secondo finanziamento era destinato alla messa in sicurezza definitiva del sito con una cinturazione eseguita con diaframma plastico. Così da impedire la fuoriuscita delle acque di falda sottostanti il corpo della discarica e coprendo l’ecomostro con un telo impermeabile per impedire l’apporto delle acque meteoriche.
Intanto fra il 2015 e il 2016 l'area è stata subperimetrata nel sito di interesse nazionale Bacino del fiume Sacco. Si è tornati dunque alla competenza statale. Ma a livello comunale ci sono delle operazioni da ultimare per quanto riguarda la messa in sicurezza immediata. Da qui la necessità di un nuovo responsabile del procedimento, anche per ottenere le risorse residue dei quasi 9 milioni veicolati dalla Regione. Fra gli adempimenti che il Comune dovrà ora mettere in campo ci sono, in base alla determina di fine gennaio, le attività necessarie per l’ultimazione delle opere che permettano una “funzionalità completa del sistema di raccolta e di gestione del percolato”. Con un occhio particolare al funzionamento delle pompe di aspirazione e il convogliamento del percolato nelle cisterne di raccolta. Si dovranno quindi mettere in campo le attività di collaudo degli interventi di messa in sicurezza. Con l’assistenza anche del dipartimento Dicea dell’Università La Sapienza di Roma (con cui è stato sottoscritto un contratto nel 2016) per le verifiche e gli approfondimenti su quanto realizzato. Inoltre il Comune punta a sollecitare la Regione per  l’erogazione di 1,8 milioni: una parte dei finanziamenti collegati all’Accordo Quadro.

UNA BONIFICA DA 115 MILIONI
Nella determina si evidenzia che fra gli adempimenti successivi rispetto alla recente nomina del Rup ci sarà anche un sollecito rivolto al Ministero per la programmazione nell’immediato di interventi sull’impianto della discarica. Infatti al di là della questione della messa in sicurezza, resta in piedi quella della bonifica definitiva del sito. Che rientra nelle competenze statali. Il Comune nella primavera 2017 ha scritto a Ministero, Arpa e Asl per richiedere una campagna di analisi delle acque sotterranee. E a maggio 2017 ha scritto al Ministero che la volontà dell’amministrazione sarebbe quella di un intervento da 115 milioni con il “Landfill Mining” (asportazione per escavazione dei rifiuti e il loro successivo trattamento). Il resto è polemica di questi giorni, approdata anche nell’ultimo Consiglio comunale attraverso un’interrogazione del Movimento 5 stelle. Infatti in un documento dell’ottobre scorso il Ministero ha approvato la graduatoria Ispra dei siti con gli interventi più urgenti da finanziare sui territori. Inserendo anche l’ex discarica di via Le Lame. Per cui però mancherebbero alcuni documenti necessari per ottenere i fondi. Ora è necessario accelerare.

 
 
 
 
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