Calcio e coronavirus. taglio agli stipendi: il Frosinone pronto al confronto

Il presidente del Frosinone Stirpe
di Maurizio Di Rienzo
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Venerdì 10 Aprile 2020, 02:40 - Ultimo aggiornamento: 10:49

Il calcio è fermo e aspetta di conoscere le decisioni del Governo. Nelle prossime ore, infatti, è atteso il nuovo Decreto del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che sostituirà l’ultimo in scadenza lunedì 13 aprile, giorno di Pasquetta. C’è attesa perché nel DPCM si parlerà ancora di restrizioni per il contenimento della diffusione del contagio da coronavirus che potrebbero essere prolungate fino al 3 maggio. Perciò il mondo del calcio aspetta di sapere quanto si potrà ripartire, almeno con gli allenamenti, fermi anch’essi ormai da settimane.

Non solo il mondo del pallone, comunque, spinge per una ripresa dell’attività, ma bisogna fare i conti con il coronavirus e con le raccomandazioni del Comitato tecnico-scientifico di cui si avvale il Governo per prendere le proprie decisioni. Insomma, non sembra arrivato ancora il tempo della ripartenza tanto è vero che gli esperti predicano grande attenzione e la massima prudenza per non vanificare tutti gli sforzi e i sacrifici fatti fino ad oggi e per evitare di piangere altri morti.

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La Figc indice riunioni, discute, pianifica il futuro, sforna ogni giorno soluzioni diverse, ma poi ammette che la salute è la prima cosa da salvaguardare di cui sono convinti d’altronde gli addetti ai lavori. E allora che ne sarà dell’attuale stagione? Di scudetto, promozioni, retrocessioni, playoff e playout? A questi interrogativi nessuno è in grado di rispondere. Si aspetta e si cercherà di chiudere i campionati sul campo giocando magari anche nella calura di luglio e agosto per evitare ricorsi e controricorsi.

A meno che alla fine non si prenda una decisione, la più condivisa possibile, ponendo fine a questo estenuante clima di incertezza. , il commento di Adriano Galliani, amministratore delegato del Monza che guida la classifica del proprio girone con 11 punti di vantaggio sulla seconda, a 11 giornate dal termine.

In Serie B, invece, il presidente dell’Entella, Antonio Gozzi, si è detto d’accordo con il patron del Frosinone, Maurizio Stirpe. Ma sul tavolo, in questi giorni, ci sono soprattutto i tagli degli stipendi dei calciatori e l’abbattimento dei costi per le Società, per la stabilizzazione dell’intero sistema. In Serie B tutti i presidenti si sono dichiarati d’accordo sul fatto che gli stipendi di marzo e aprile non vanno pagati perché da parte dei giocatori è mancata la prestazione. Per gli altri mesi, in caso di ripartenza, ogni club incontrerà i propri tesserati per ridiscutere in assoluta autonomia i compensi.

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Lo stesso Frosinone che, per il 2019 aveva previsto un monte ingaggi tra stipendi e premi di circa 12,5 milioni, dovrà necessariamente rivedere al ribasso i propri conti. Per questo quanto prima il presidente Stirpe potrebbe iniziare gli incontri con i giallazzurri per parlare, appunto, di stipendi. La crisi morde e i sacrifici debbono farli tutti, è la litania che sentiamo in questo momento di grande difficoltà per il Paese.

Intanto, una ipotesi della Commissione medica della FIGC, è quella di ripartire con i lunghi ritiri delle squadre. In un certo senso i centri sportivi dove si allenano i calciatori, potrebbero essere tasformati in bunker, al cui interno sarebbero ammessi solamente giocatori, staff medici, staff tecnici, magazzinieri, preparatori. Per tutti ovviamente ci saranno esami, particolarmente approfonditi quelli degli atleti, per stabilire l’idoneità alla ripresa dell’attività sportiva, oltre alla sanificazione degli ambienti. E quando si dovrà viaggiare come ci si comporterà? A mettere tutti d’accordo ci penserà il Governo.

 

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