Frosinone, sette piazze per lo spaccio di cocaina e crack: 14 arresti. La droga consegnata a domicilio

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Venerdì 3 Dicembre 2021, 10:23 - Ultimo aggiornamento: 20:14

Tre arresti in carcere, 11 ai domiciliari, 7 divieti di dimora e un obbligo di dimora. Questo il bilancio dell'operazione antidroga  "Seven" portata a termine in queste ore di oggi 3 dicembre dai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Frosinone. Le ordinanze di misura cautelare sono state emesse dal gip Ida Logoluso su richiesta della Procura di Frosinone. L'operazione è stata ribattezzata "Seven", sette, perché tante sono le piazze di spaccio di droga scoperte dagli investigatori: via Verdi, via Don Minzoni, viale Grecia, via Casilina Nord, piazza Beata Maria De Mattias, via Del Cipresso e Corso Francia.


«Le investigazioni - spiega il procuratore di Frosinone, Antonio Guerriero - iniziate nel novembre 2020, consentivano il 24.02.2021 di dare esecuzione ad una prima misura cautelare a carico di 3 soggetti per i reati di spaccio di  cocaina. Le indagini proseguivano nel corso del 2021 anche attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, come riscontrate dai sequestri dello stupefacente appena consegnato agli assuntori, dalle dichiarazioni rese da questi ultimi e da una telecamera che hanno permesso di delineare le attività espletate presso le citate piazze di spaccio». 

Le telecamere, che riprendevano chi entrava e chi usciva dalle abitazioni, e le intercettazioni telefoniche hanno consentito di ricostruire tutta la filiera dello spaccio, dal rifornimento alla vendita al dettaglio 24 ore su 24 ore, per sette giorni alla settimana e si è calcolato un incasso medio giornaliero di circa 15.000 euro e mensile di circa 450.000 euro.

Le comunicazioni avvenivano attraverso Whatsapp, Instagram, Messenger. Per la droga si usavano nomi in codice: "birre", *bulloni" , *ruote di scorta".  Poi la cocaina veniva recapitata anche a domicilio. Variegata la platea dei consumatori, dai 18 ai 50 anni, provenienti da tutta la provincia. 

Uno degli capi, ora finito in carcere, ha continuato a gestire il sistema di spaccio nonostante si trovasse agli arresti domiciliari.  

«La rilevanza del traffico di sostanze stupefacenti, l'entità della cocaina e crack distribuita sistematicamente nelle *piazze di Frosinone" determinavano un notevole allarme sociale anche per il notevole numero dei consumatori molti in giovane età provenienti da tutta la provincia», commenta il procuratore Guerriero.

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