Ance Frosinone: «In un anno persi 7,5 milini di salari, rinviare la scadenza del Superbonus»

Il presidente dell'AnceFrosinone Angelo Libero Massaro
di Matteo Ferazzoli
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Martedì 24 Novembre 2020, 09:43 - Ultimo aggiornamento: 14:56

Una lettera ai parlamentari del territorio per vigilare sulla situazione e la richiesta di proroga dei termini per il Superbonus 110%. Questi i temi portanti della conferenza di ieri mattina, organizzata dall’Ance (associazione nazionale costruttori edili) Frosinone, per delineare il momento attuale delle costruzioni sul territorio nazionale e provinciale.
Il punto focale
Tra i tanti temi trattati dal presidente AnceFrosinone, Angelo Libero Massaro, il punto focale è quello legato al Superbonus 110%. Misura inserita nel decreto Rilancio, che determina al 110% la detrazione delle spese per diversi interventi, come quelli antisismici: «Il bonus non è ancora partito e la scadenza tassativa è prevista per il 31 dicembre - spiega Massaro- Il nostro settore non produce in poche ore. L’arco temporale del bonus è quindi troppo ristretto. L’incentivo potrebbe rimettere in modo il settore delle costruzioni e tutta l’economia nazionale. C’è bisogno, però, di un tavolo tutti insieme per progettare l’attuazione di questo bonus, prorogando assolutamente la scadenza del 31 dicembre. Anche sulla cessione del credito con le banche, viviamo qualche difficoltà, come con l’Agenzia delle Entrate. Bisogna semplificare al massimo».
Il presidente Ance, quindi, illustra: «Prorogando la scadenza si avrebbero importanti ricadute sull'economia e sull'occupazione. L’Ance stima in 6 miliardi l’anno la spesa aggiuntiva legata al Superbonus con un effetto totale sull'economia di 21 miliardi di euro. A ciò si aggiungono anche gli importanti effetti sull'occupazione, con un incremento di circa 64 mila posti di lavoro».
Per queste ragioni, AnceFrosinone ha inviato una lettera ai parlamentari del territorio: «Per sensibilizzarli su questo tema e sull'arco temporale troppo limitato. Il Superbonus è una buona idea, per il ritorno che ha lo stesso Stato». L’obiettivo di Ance è quello di ottenere uno spostamento del termine slittato a dicembre 2023.
La situazione in provincia
Il presidente Massaro, in avvio di conferenza, ha invece illustrato il quadro nazionale e provinciale del settore delle costruzioni: «I dati della Cassa Edile di Frosinone, aggiornati al mese di ottobre 2020, fanno registrare un calo della massa salari superiore al 13%, quasi 7,6 milioni in meno dello scorso anno. Si contato 34 aziende e 126 lavoratori in meno, con una flessione negativa di oltre 700.000 ore di lavoro». In Italia, la produzione nel settore delle costruzioni, dalla seconda metà di marzo fino a tutto aprile, ha registrato un’ampia flessione di oltre il 50% dell’attività. Ad agosto, l’indice di produzione è cresciuto del +12,8% rispetto allo stesso mese del 2019. Secondo i dati forniti, la pandemia ha messo in crisi anche il mercato immobiliare residenziale, con un calo delle compravendite delle abitazioni nella metà del 2020 del -27,2%.
Gli altri punti
Nella conferenza, poi, si sono toccate altre tematiche. Ad esempio, il decreto Semplificazioni: «Sono stati fatti 20 decreti in 8 mesi- ha tuonato Massaro- ma di questi non arrivano quelli attuativi. Solo uno è stato definito. Le risorse, per questo, sono bloccate». Sul Recovery Fund, Massaro dichiara: «Serve un confronto serio con il Governo, col coinvolgimento degli Enti locali e delle associazioni di categoria. L’accesso ai Fondi presuppone un’efficienza amministrativa non da poco, che per noi rappresenta da sempre un punto di debolezza. Saremo in grado di produrre una progettazione per oltre 200 miliardi di euro? Sul piano dei lavori pubblici invece – ha continuato il presidente Ance-  il dl Semplificazioni ha modificato l’art. 80 del dlgs 50/2016 con la previsione che la PA potrà valutare eventuali situazioni debitorie delle imprese, rispetto al fisco, superiori a 5000 euro non definitivamente accertate, quali cause di esclusione dalla gara. Una determinazione folle. I dati più recenti dimostrano che nel 70% dei casi l’irregolarità segnalata dalla PA non viene poi confermata». Infine, «Su moltissime procedure sta pesando anche una non corretta interpretazione dello smart working nella Pa. Ritardi, lungaggini e risposte inevase che rischiano di bloccare definitivamente centinaia di cantieri. Le imprese stanno facendo di tutto tenere aperti i cantieri, non possono sopportare una Pa non preparata ad affrontare uno smart working intensivo».
Matteo Ferazzoli

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