Ad Anagni sono passati esattamente 200 giorni dalla frana di via Calzatora. Come noto dall'inizio dell'anno ha provocato la chiusura di una strada e, di fatto, l'isolamento di una intera zona della città dei papi. A tenere il conto e ad accusare il governo cittadino di lentezza nella risoluzione del problema sono stati gli esponenti anagnini di Legambiente, da mesi in prima linea nel chiedere un intervento in zona. In una nota diffusa ieri, i referenti dell'associazione hanno fatto il punto su quanto è accaduto. Ricordando come da subito il sindaco Natalia avesse assicurato rapidità negli interventi. Come, dopo la richiesta di aiuto inoltrata dal comune alla Regione, la stessa Regione Lazio avesse però "ritenuto inconsistente ed incompleta la richiesta di riconoscimento dello stato di Calamità Naturale presentata dal comune di Anagni". E come perciò "non sia stato possibile dar seguito alla richiesta". Gli esponenti di Legambiente hanno poi voluto calcolare quanto sia costato ai 179 residenti nella zona la frana, soprattutto in termini di spostamenti in auto resi più lunghi e difficili. Un calcolo pesante; per Legambiente, in 200 giorni i 179 residenti della zona hanno dovuto percorrere in auto circa 80.000 km in più del necessario. Con un incremento di spesa di 9462 euro e un aumento di emissioni di CO2 di circa 16 tonnellate". Questo, per Legambiente Anagni, "è il prezzo da pagare a causa del mancato ripristino della viabilità interrotta dalla frana".
Pa. Ca.
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