Frosinone. Lo chef Salvatore Tassa: «Così il coronavirus cambierà la mia cucina»

Lo chef Salvatore Tassa
di Annalisa Maggi
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Venerdì 3 Aprile 2020, 09:15 - Ultimo aggiornamento: 23:02

Neanche la quarantena per il Coronavirus ferma il cuciniere delle Colline Ciociare ad Acuto, in provincia di Frosinone. Uno degli chef italiani più innovativi e pluripremiato.

L’elegante sala da pranzo di uno simboli culinari della Ciociaria, nato dalla fantasia e dalla brama di ricerca del pluripremiato cuciniere di campagna, come ama definirsi, Salvatore Tassa, è vuota. Ad Acuto, così come nei ristoranti di tutta Italia, si rispettano le misure restrittive decise per combattere il Covid-19. Ma il cuciniere è tutt’altro che immobile ed è pronto a ricominciare spinto da quella che non esita a definire un’opportunità.

«Mi aggiro tra i tavoli del mio ristorante ora immobili come sfingi che chiedono risposte ma che emanano un fascino corrotto da un tempo malato di virus» ha scritto qualche giorno fa Tassa su Facebook.
»Si accavallano ricordi ma non nostalgia in questo vuoto così decadente, scuro come un nero caravaggesco da cui emerge la luce del rinnovamento».

La carica e la voglia di tornare a fare il mestiere che sa fare e bene, non lo hanno abbandonato, anzi: «Non ho rimpianti – dice - ma una grande voglia di futuro, nuovo, innovativo. Via tutto. Mai come ora l’universo come una immensa tela bianca e infiniti colori della natura a disposizione per creare un nuovo pensiero. Così vorrei la mia cucina e me stesso: una idea che è un pensiero che va oltre, in una dimensione dove la ragione si fonde con l’incoscienza, perché solo così si può vedere nel fondo del proprio coraggio. Non so come ma ho fiducia nel mio credo».

La scommessa. Non è preoccupato delle ricadute anche economiche della crisi che stiamo vivendo?
«Questa pandemia – dice Salvatore Tassa - è una rivoluzione, avrà conseguenze più profonde di una rivoluzione di guerra per cui il rinnovamento è necessario, cambieranno i rapporti. Si, è vero che la mancanza di denaro porta e porterà con sé una miriade di problemi ma è proprio questo il problema: aver fatto dell’economia il nostro fine e non, piuttosto, il rapporto dell’uomo con se stesso, con gli altri uomini e con la natura».

Tassa si spinge oltre nel suo ragionamento sulle opportunità che offre il momento storico che stiamo vivendo e sottolinea che l’era tecnologica ha fatto rinunciare al sacrificio inteso proprio come «rendere sacro ciò che fa l’uomo»

 E, a proposito di “fare”, come sta vivendo questo tempo di isolamento?
«Sto pensando di creare un’associazione per aiutare chi ha più bisogno. Mi piacerebbe mettere insieme delle persone che, confrontandosi tra loro, riescano a partorire progetti concreti avendo a cuore il bene altrui»

E la sua cucina?
«Non sto studiando piatti, adesso lo trovo inutile perché significherebbe dare una ragione a qualcosa che ci è appartenuto nel passato. Non sappiamo come sarà il futuro. Nel medio-lungo periodo cambierà tutto, anche in cucina, la mia sarà una cucina che ci fa stare meglio».
Nel frattempo il cuciniere si è messo a disposizione del Comune  «per aiutare come posso in questo momento critico, anche solo cucinando».

«L’età mi ha insegnato a vivere – è il pensiero di Tassa - ma soprattutto mi ha dato la capacità di essere libero e pensante. Voglio essere ribelle e combattere con le armi del pensiero e della conoscenza, mai mi piegherò a un disprezzo di chi è servo della tecnica finalizzata solo al guadagno».

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