Ore 17:54, arriva il Frecciarossa a Frosinone: applausi e qualche assembramento di troppo in stazione

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Domenica 14 Giugno 2020, 19:43 - Ultimo aggiornamento: 15 Giugno, 20:19

È arrivato con circa un quarto d’ora di ritardo. Sarà stata l’emozione della prima volta, ma al Frecciarossa lo si può perdonare. Al primo Frecciarossa che solca la stazione di Frosinone. Per quest’occasione il numero 9539, condotto da un macchinista di Cassino, Roberto D’Alesio. 

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Il debutto in verità è avvenuto ieri mattina, alle 6, con il passaggio del treno in direzione contraria, verso Roma. Ma la festa c’è stata ieri pomeriggio quando il siluro rosso fiammante delle Ferrovie dello Stato ha solcato il binario numero 1 alle 17.54. 

I rintocchi della sirena in segno di festa, poi l’attraversamento del nastro tricolore accolto dall’applauso della folla. Quella delle grandi occasioni. Si perché quella di ieri è stata anche una festa della gente, non solo la cerimonia incravattata delle autorità che ci si poteva aspettare. 

In tanti, tantissimi – famiglie con bambini al seguito, pensionati, giovani - hanno voluto assistere all’arrivo del primo treno superveloce nel capoluogo ciociaro. Tutti assiepati, smartphone in pugno per immortalare il momento, con buona pace dei pallini verdi sulla banchina per distanziamento sociale. Ieri è stato il primo grande appuntamento pubblico a Frosinone dopo i mesi di lockdown. A parte le mascherine e le gomitate d’ordinanza per il saluto, le regole anticontagio, nel momento clou della cerimonia, diciamo così, sono andate a farsi benedire. Un modo, forse, per dimenticare le paure di questi mesi.

Un passaggio sul quale si è soffermato anche il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti: «L’Italia che deve rinascere dopo la malattia deve essere un’Italia ad alta velocità nei trasporti e nella rete digitale. Dobbiamo ricostruire fiducia in questo Paese, non è vero che ci sono cose impossibili e che se cambia qualcosa cambia in peggio. Portando l’Alta velocità ferroviaria a Frosinone e a Cassino dimostriamo che si può cambiare e si può migliorare - ha concluso il Governatore del Lazio - Se non c’è fiducia non c’è speranza e senza speranza questo Paese muore e noi non possiamo permetterlo. Quando il presidente del Consiglio regionale Mauro Buschini mi ha mandato lo screenshot degli orari mi sono commosso perché era il segno che ce l’avevamo fatta».




«Questa è una giornata storica», è stata l’espressione più ripetuta nel corso della cerimonia. Il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani, si è spinto più in là e ha paragonato la giornata di ieri a quella del 22 settembre 1962, che ha sancito l’ apertura della tratta autostradale Frosinone-Caserta. Per il primo cittadino del capoluogo la fermata della Tav coincide con una nuova ricollocazione di Frosinone e dell’intera provincia come «parte integrante dell’area metropolitana di Roma, una nuova Eur in periferia». 




Per ora ci sono solo due fermate, ma secondo il sindaco non sono esclusi altri investimenti. Tutto dipenderà, ha sottolineato, dal mercato, dalla domanda che arriverà dal territorio. «Un’opportunità enorme: la politica e la classe dirigente hanno la responsabilità di veicolare questa domanda di servizi verso le realtà metropolitane rispetto a cui Frosinone consolida oggi il suo ruolo baricentrico. L’obiettivo del Consorzio Alta Velocità Frosinone sarà quello di valorizzare e promuovere queste opportunità». 

Ottaviani ha annunciato l’apertura di un parcheggio temporaneo in attesa dell’avvio dei lavori di riqualificazione della Stazione e della zona Scalo nel progetto che vede coinvolte anche Ferrovie dello Stato per un investimento complessivo di 30 milioni di euro. 

Tra i presenti, nel parterre delle autorità, il presidente della provincia di Frosinone Antonio Pompeo, il presidente del Consiglio regionale Mauro Buschini, il presidente del Frosinone Maurizio Stirpe, il prefetto Ignazio Portelli, il questore Leonardo Biagioli.

Ma insieme al Frecciarossa, il protagonista della giornata è stato l’artefice dell’impresa, l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, il fiuggino Gianfranco Battisti, per il quale l’istituzione delle fermate Tav a Frosinone e Cassino ha avuto un doppio significato, in quanto manager ma anche come cociaro. Una partita, impensabile fino a qualche anno fa, giocata in casa, anche se la vera sfida inizia nei mesi a venire. E in campo, per vincerla, dovrà scendere la classe politica e dirigente della provincia di Frosinone.

«Il progetto di Frosinone significa per noi una grande opportunità. Permetterà alla provincia di entrare nel territorio internazionale. Sarà una opportunità - ha sottolineato Battisti - per mettere Frosinone al centro di un asse fondamentale: il corridoio che parte dalla Sacandinavia e arriva fino a Bari. Portiamo a casa un risultato importante che in 3 ore è mezza porta a Milano e in 2 ore e mezza collegherà Bari-Frosinone. Ma soprattutto - ha spiegato ancora Battisti - si avrà l’opportunità di collegarsi con Francoforte, con i collegamenti che partono da Milano, su Parigi, su Vienna e su tutte le altre destinazioni europee».

 


Una visione glocal che ha come perno il territorio e le sue stazioni. Battisti ha ricordato il progetto da 30 milioni di euro per la riqualificazione dello Scalo di Frosinone che, grazie alla costruzione di un ponte sopraelevato, consentirà di unire due aree urbane oggi divise dalla stazione. L’ad di Ferrovie dello Stato ha inoltre annunciato che, come è accaduto per quella di Ferentino, sono previsti interventi di restyling per le stazioni di Fiuggi, Anagni e Cassino.



 

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