Franco Mottola al termine della requisitoria: «Siamo sereni e innocenti»

Franco e Anna Maria Mottola
di Vincenzo Caramadre
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Sabato 2 Luglio 2022, 07:50 - Ultimo aggiornamento: 07:52


Il clima vissuto in aula è stato da grande evento, temuto da un lato e atteso dall'altro. Volti tirati e minuti interminabili quelli prima del suono della campanella che annuncia l'uscita delle corte d'assise. L'udienza fiume, la prima di discussione, dopo le 46 di dibattimento, non ha deluso le aspettative. Alle 9.45 i primi ad arrivare tra gli imputati sono stati i coniugi Mottola, Franco e Anna Maria. Lui camicia bianca e pantaloni blu, lei pantalone nero e maglia verde. Assente il figlio Marco che, per oltre un'ora, è stato al centro della discussione del pm Beatrice Siravo. Presenti, come sempre gli altri due imputati Francesco Suprano che risponde di favoreggiamento e Vincenzo Quatrale che risponde, invece, di concorso in omicidio e istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi.
Il pm Siravo ha parlato dell'arma del delitto, la porta contro la quale Serena sarebbe stata sbattuta, poi è andata al cuore del processo: il presunto autore. «Ad uccidere Serena è stato Marco Mottola», ha detto il pm con voce chiara, pungente. Impassibile sono rimasti i genitori, Franco e Anna Maria, alla pronuncia delle gravi responsabilità nei confronti del figlio. Solo qualche piccola parola bisbigliata tra loro. Silenzio e rigida attenzione è stata riservata al resto della ricostruzione, anche quando il pm ha parlato del ruolo che avrebbero avuto proprio loro Franco e Anna Maria, quest'ultima diverse volte si è alzata ed è uscita dall'aula di corte d'assise, lui, invece, è rimasto sempre al suo posto, al secondo banco, dietro agli avvocati della difese e davanti ai consulenti.
Al termine dell'udienza, Franco Mottola e consorte avvicinati dai cronisti hanno preferito non parlare. «No commet», ha detto Franco sul varco della porta girevole del palazzo di giustizia, Qualche secondo dopo, ha affermato: «Siamo innocenti, sempre innocenti».
LE REAZIONI
Grande attenzione alle parole del pm è stata riservata dalla zio di Serena, Antonio Mollicone, seduto accanto ai suoi legali, gli avvocati Dario De Santis e Roberta Paesano.
«Siamo soddisfatti, come familiari di Serena e come cittadini, è stato fatto un lavoro immane dalla procura. Una ricostruzione chiara e precisa. Grazie a quanti hanno lavorato per dare giustizia a Serena e Guglielmo», ha dichiarato lo zio di Serena.
Maria Tuzi, figlia del brigadiere ha affermato: «Abbiamo assistito ad una lunga e circostanziata requisitoria che ha fugato molti dubbi. Ora non ci sono più dubbi sull'attendibilità e centralità della dichiarazioni rese da mio padre». Ma poi la donna ha tenuto a sottolineare un altro aspetto: «Mio padre è stato lasciato solo dai colleghi. Soprattutto non c'è stato alcun suicidio d'amore, mio padre è stato lasciato solo. Oggi siamo ancora più orgogliosi per il gesto di grande coraggio mostrato nel fare quella dichiarazione».
L'udienza riprenderà lunedì sempre con la requisitoria del pm, al termine della quale verranno palesate le richieste di condanna.
 

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