Finti affitti per gli immigrati, la soffiata di un poliziotto e i vigili urbani compiacenti

Il palazzo di giustizia del Capoluogo
di Marina Mingarelli e Pierferderico Pernarella
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Giovedì 22 Settembre 2022, 07:06 - Ultimo aggiornamento: 23 Settembre, 08:19

Agenti di polizia municipale, ma anche un ex sindaco e un poliziotto. Sono i pubblici ufficiali coinvolti nell'inchiesta sul giro di affitti fittizi a favore di immigrati per ottenere la residenza, requisito indispensabile per il permesso di soggiorno. I fatti risalgono al 2019. A capo del business, secondo la Procura che nei giorni scorsi ha notificati ai 49 indagati l'avviso di chiusa inchiesta, ci sarebbe stato Guglielmo Agnoli, agente immobiliare di Fiuggi di 43 anni. Agnoli, attraverso la collaborazione di alcuni mediatori, si occupava delle locazioni fittizie e delle pratiche amministrative per ottenere la residenza.

LE FALLE NEI CONTROLLI

In alcuni casi, secondo la Procura, ci sarebbe stata la complicità di alcuni agenti di polizia locale addetti a verificare l'effettiva presenza degli immigrati negli appartamenti dichiarati.

Maria Rosaria Campagiorni, della polizia locale di Frosinone, avrebbe attestato falsamente di aver accertato che alcuni cittadini del Bangladesh dimoravano abitualmente in un appartamento ubicato in via Ferrarelli. Così pure Mauro Marcoccia in servizio presso la polizia locale di Veroli, nonostante l'abitazione fosse sfornita delle utenze di gas e di luce. Stesso reato è stato contestato a Domenico Olevano in servizio presso la polizia locale di Anagni il quale, secondo gli atti della Procura, avrebbe ricevuto 25 euro da Agnoli per compilare verbali di accertamento di residenza anagrafica a favore di alcuni immigrati clandestini. Sul registro degli indagati anche Adriano Quatrana vigile urbano in servizio presso la polizia locale di Trivigliano.

NELLA CITTADINA TERMALE

Le contestazioni riguardano anche la polizia locale del Comune di Fiuggi, dove risiede l'agente immobiliare Agnoli. Tra gli indagati dei presunti illeciti risultano i vigili urbani Massimo Del Moro e Ivano Paris, e il commissario della polizia locale Luciano Nardi. Del Moro, secondo le accuse, in concorso con Paris, avrebbe alterato un verbale nel quale si era dato atto dell'esito negativo. Del Moro avrebbe cancellato con lo bianchetto la dicitura dell'esito negativo e apponendo quella positivo.

Secondo la Procura il dirigente della polizia locale Luciano Nardi sarebbe stato a conoscenza del fatto che Del Moro aveva svolto accertamenti anagrafici senza verificare le condizioni (allacci, mobili e così via) che attestassero l'effettiva residenza degli immigrati. Nonostante questo Nardi non avrebbe segnalato il comportamento dell'agente all'autorità giudiziaria. Secondo la Procura, anzi, Nardi avrebbe aiutato Del Moro anche ad eludere le indagini facendo effettuare allo stesso nuovi controlli su tutti gli immobili utilizzati per le richieste di residenza da parte dei cittadini extracomunitari. Nardi poi ha inoltrato alla Procura di Frosinone una nota riguardante le verifiche sui contratti di affitto per ricongiungimento familiare, facendo apparire il tutto come frutto di una autonoma indipendente attività di indagine condotta dal comando di polizia locale su segnalazione dell'ufficio tecnico del Comune di Fiuggi.

Nardi e Del Moro sapevano dell'indagine in corso sui finti affitti? Secondo la Procura sì. A rivelare a Nardi l'apertura di un'inchiesta sul suo ufficio sarebbe stato Gianmarco Cori, agente di polizia all'epoca dei fatti in servizio presso il commissariato di Fiuggi, anche lui indagato.

L'EX PRIMO CITTADINO

E tra gli indagati c'è anche Maria Letizia Elementi, ex sindaco di Torre Cajetani, coinvolta in questa inchiesta in qualità di ufficiale dell'anagrafe: non avrebbe provveduto alla cancellazione della residenza per due stranieri nonostante il controllo effettuato avesse dato esito negativo.
 

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