Ferentino/Project del Cimitero
Ed ora spunta un terzo nome

Il progetto di ampliamento del cimitero
di Aldo Simoni
3 Minuti di Lettura
Martedì 23 Aprile 2019, 19:49
Estorsione camorristica o estorsione alla “ciociara”?
Il dubbio nasce vedendo il video, di 30 minuti, che potrebbe riscrivere l’inchiesta della Dda sul project per l’ampliamento del cimitero di Ferentino.
Un’inchiesta culminata a marzo con l’arresto dell’ex consigliere delegato al Cimitero, Pio Riggi (ora ai domiciliari). Con lui, in carcere, sono finiti suo cugino Luciano Rosa di 64 anni e tre personaggi legati alla malavita campana: Ugo Di Giovanni, 42 anni di Napoli; Gennaro Rizzo, 47 anni di Napoli; Emiliano Sollazzo, 31 anni di Roma. Questi ultimi tre - scrive il Gip - sono appartenenti a clan di Napoli-Centro e, secondo l’accusa, avrebbero agito dopo che Pio Riggi aveva chiesto 300 mila euro (ossia il 5% dell’importo dei lavori) all’imprenditore Lorenzo Scarsella, proponente il project. Tangente che (sempre secondo l’accusa) Riggi avrebbe dovuto dividere con l’ex assessore Luca Bacchi (ora ai domiciliari).
Ebbene, dall’analisi del video, la cui trascrizione è stata curata da Marco Zonaro, consulente tecnico presso il Tribunale di Roma, si percepiscono alcune sfumature (utili per definire i contorni di questa inchiesta) che fanno intendere come questa tangente «alla ciociara» abbia fatto gola a più persone.
Insomma, visto che il piatto era succulento, in diversi ci si sono tuffati. Come in una bella abbuffata alla ciociara.
Lo dice l’imprenditore Scarsella nel video (girato con il telefonino, un iPhone 7, da Ugo Di Giovanni):
«NOI SIAMO DIECI»
A Ferentino - dice Scarsella - «...Tutti gli altri mi dicono: è inutile che parli con lui (Pio Riggi) ... non lo farai mai sto lavoro... è inutile che parli con lui... non lo farai mai! Te lo strappano in faccia, non lo fai perchè non lo volemo fa’ noi ! Lui è uno, noi semo dieci! Nove dicono de no, e lui dice de sì: non lo farai mai! Allora - prosegue Scarsella - lui si rende conto e me presenta ‘sto Luca (Bacchi). E me dice: “Ho parlato con Luca, ha detto che m’aiuta, mi dà una mano perchè lui politicamente è più forte de me e quindi, coinvolgendo lui, lo famo!”...»
IL COLLABORATORE
Non solo, ma a pag. 22, uno degli uomini che accompagna l’imprenditore Scarsella (uno stretto collaboratore), nello spiegare la situazione che si è creata, dice: «Mo’, sto’ mese, te faccio un esempio...è venuto a batte cassa un avvocato... venti all’avvocato... Poi è giusto che gli devi dà pure quelli che gli deve dà a lui eh! Quant’è? Venti a lui? E’ giusto che gli dai venti».
Ma chi è quest’avvocato?
E’ questo un altro filone su cui si concentra l’inchiesta. Molto probabilmente è un intermediario che frequentava l’Ufficio Tecnico e che si è occupato dell’iter del Project.
Ma il quadro che emerge è che su questo piatto succulento diverse erano le persone che vi si erano tuffate.
Certo, il filmato è stato prodotto da uno degli indagati (Ugo Di Giovanni, appunto). E, tecnicamente, potrebbe sembrare una versione di parte.
Ma le immagini sono immagini; le parole sono parole. L’incontro alla sala bowling è un fatto oggettivo. Insomma (a meno che qualcuno abbia manipolato il video, cosa altamente improbabile perchè rischierebbe anche un altro procedimento penale) si ha la netta sensazione che su questo piatto avevano buttato l’occhio più persone.
In ogni modo ora la Dda darà incarico ad un suo consulente di vagliare e ritrascrivere il video stesso, in modo da avere la certezza sulla sua genuinità e corretta trascrizione.
L’ITER È REGOLARE
Certo, dal punto di vista amministrativo è tutto a posto. L’iter seguito dal Project è corretto. Ma sono i conti che non tornano (o meglio, tornano solo a favore di alcuni).
Ogni singolo loculo, infatti, alla ditta costruttrice, andrebbe a costare circa 300 euro (è scritto nella prima ordinanza di arresto). Ma ai cittadini ora viene venduto a 2.640. Per non parlare delle cappelle che (complete di marmi e accessori) vengono vendute tra i 17 e i 18 mila euro. Un margine di tutto rispetto.
Ecco, perchè il piatto era più che succulento, per una bella abbuffata alla ciociara.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA