Fca-Stellantis - Il nuovo modello in arrivo a giugno? Non sarà sufficiente a mettere fine alla crisi

Fca-Stellantis - Il nuovo modello in arrivo a giugno? Non sarà sufficiente a mettere fine alla crisi
di Alberto Simone
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Mercoledì 9 Marzo 2022, 08:43 - Ultimo aggiornamento: 15:20

Il nuovo modello in arrivo a giugno? Non sarà sufficiente a mettere fine agli ammortizzatori sociali nello stabilimento Stellantis di Cassino e a garantire, quindi, piena occupazione. Non solo, bisogna correre veloce per dare ossigeno all'indotto: nei primi mesi del 2022 alcune piccole aziende dell'indotto sono state costrette a cessare l'attività e decine e decine di posti di lavoro sono stati persi nel silenzio generale, sono già centinaia nell'ultimo anno.
I NUMERI
Andiamo con ordine. Partiamo dalla fotografia, impietosa, scattata dalla Fim-Cisl. Dal report si evince che il sito ciociaro è uno di quelli che soffre maggiormente e nel 2021 ha fatto peggio del Covid. Cosa significa? Che il numero di vetture prodotte nell'anno appena trascorso è in calo non solo se paragonato al 2019, ma anche nel raffronto con il 2020 quando lo stabilimento restò fermo circa due mesi a causa del lockdown e del dilagare della pandemia. Ad oggi nello stabilimento di Cassino si produce l'Alfa Giulia e il Suv Stelvio. Un po' di numeri: il 2021 si è chiuso con il 18 per cento di produzione in meno rispetto al 2020. Se prendiamo a riferimento il periodo pre covid, la perdita si incrementa ulteriormente raggiungendo -26 per cento. È dal 2017 che continua la flessione negativa sui volumi, con una perdita di produzione di oltre 91.000 unità (-68 per cento). Lo stabilimento è tornato ai livelli del 2015 quando sfornò 45.668 vetture. Nel 2016, poi, l'arrivo di Giulia e il balzo a 71.695. Nel 2017 un anno d'oro: 135.263 vetture prodotte grazie anche all'arrivo di Stelvio. Poi, nuovamente il declino: 99.154 vetture prodotte nel 2018, 58.772 nel 2019, 53.422 nel 2020: l'anno che ha segnato l'uscita di scena di Giulietta. Nel 2021 la produzione si è attestata a 43.753 unità ed è per due terzi rappresentata dal Suv Stelvio con 28.705 unità.
LA PRODUZIONE
Minore produzione significa maggior ricorso agli ammortizzatori sociali. La conseguenza finale? Buste paga decurtate, incentivi al pensionamento, nessuna nuova assunzione e perdita di posti di lavoro. Nel corso del 2021 la cassa integrazione è stata molto utilizzata dalla dirigenza aziendale per mettere in sicurezza l'occupazione, che nel corso dell'ultimo anno e mezzo si è ridotta di oltre mille lavoratori, passando da circa 4.300 agli attuali 3.176 operai. Il 2022 si è aperto allo stesso modo: dal 1° gennaio ad oggi, su 45 giorni lavorativi per ben 17 volte i cancelli sono rimasti chiusi, i lavoratori hanno dunque perso finora il 40 per cento delle ore lavorative con buste paga decurtate di centinaia e centinaia di euro ogni mese. In vista del vertice in programma domani al Mise, il Segretario generale Fim Cisl Roberto Benaglia e il Segretario nazionale Fim-Cisl Ferdinando Uliano mettono in guardia: «Non basta annunciare 100 lanci di nuove auto entro il 2030 e gli obiettivi di triplicare i ricavi dei veicoli premium e luxury di Maserati, Alfa Romeo, Lancia e Ds, è necessario comprendere quali e quanti sono i lanci di nuove produzioni per gli stabilimenti Italiani e la loro tempistica». La Fim-Cisl, a proposito del sito ciociaro il sindacato evidenzia: «Le attuali produzioni di Alfa Romeo Giulia e Stelvio e il prossimo lancio del Suv della Maserati non abbiamo la certezza che siano sufficienti a mettere in sicurezza i 3.176 lavoratori dello stabilimento. È indispensabile pertanto prevedere nuovi lanci da assegnare allo stabilimento pedemontano, in particolare quelli relativi al settore premium e quindi ai marchi Alfa Romeo, Lancia e Ds».
 

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