Falsifica la targa per violare il lockdown, ma fa un incidente e lo scoprono: operaio di Ferentino a processo

Falsifica la targa per violare il lockdown, ma fa un incidente e lo scoprono: operaio di Ferentino a processo
di Marina Mingarelli
2 Minuti di Lettura
Lunedì 2 Novembre 2020, 16:09

Tradito dalla sua passione per le auto, ma soprattutto per l’alta velocità. È la storia di C.T., un operaio di 37 anni residente a Ferentino che per evitare di essere identificato dalle forze dell’ordine nel periodo del lockdown aveva pensato bene di falsificare il suo numero di targa. L’uomo è stato rinviato a giudizio per il reato di falsità materiale. Il prossimo 5 maggio dovrà comparire davanti al giudice monocratico.

I fatti risalgono all’aprile scorso quando il Governo, a causa della pandemia da Covid, aveva imposto l’isolamento forzato in casa. Per uscire bisognava motivare con tanto di certificazione. Quella “reclusione” forzata per l’operaio era insopportabile, soprattutto perché gli impediva di guidare la sua auto. Così per aggirare l’ostacolo aveva escogitato un sistema: con un nastro adesivo di colore nero aveva contraffatto la targa posteriore ed anteriore. Nello specifico aveva modificato la lettera “C” nella lettera ”O”.

In questo modo, aveva pensato, le forze dell’ordine non sarebbero mai riuscite a risalire alla sua persona.

Per lungo tempo il 37enne aveva continuato ad utilizzare la sua auto guidando soprattutto di notte per le strade della città e anche in quelle periferiche. Complice l’oscurità sarebbe stato difficile scoprire che la targa era stata contraffatta. Ma come dice il proverbio “ il diavolo fa le pentole e non i coperchi”. Così una sera, durante una di quelle uscite “clandestine”, l’operaio è andato a scontrarsi con un’altra vettura. Niente di serio, ma sul luogo del sinistro sono intervenuti i carabinieri.

E ai militari è bastato poco per scoprire che le targhe anteriori e posteriori erano state contraffatte con del nastro adesivo nero. L’uomo, oltre ad essere sanzionato per aver violato il lockdown, è finito sotto inchiesta per il reato di falsità materiale. A conclusione delle indagini l’operaio, che verrà rappresentato dall’avvocato Mario Cellitti, è stato rinviato a giudizio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA