Estorsione a luci rosse, vittime anche minorenni: in tre rischiano il processo

Estorsione a luci rosse, vittime anche minorenni: in tre rischiano il processo
di Marina Mingarelli
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Sabato 3 Settembre 2022, 09:39 - Ultimo aggiornamento: 09:40

Per quattro lunghi anni, dal 2016 al 2020, avrebbero tenuto sotto scacco dodici ragazzine minorenni (tra queste anche una tredicenne) tutte residenti in Ciociara. Si tratta di un trentenne di Castro dei Volsci, un 31enne di Roma ed un ragazzo di 28 anni residente a Ceccano. Tutti e tre sono accusati di estorsione e revenge porn.

Per quanto riguarda questo reato si tratta della pubblicazione e diffusione di materiale fotografico o video che mostrano persone impegnate in atti sessuali o in pose sessualmente esplicite senza che queste ne abbiano dato il consenso. Tutto, secondo gli elementi raccolti dagli investigatori sarebbe cominciato con lo scambio di foto intime di amiche in comune, Ma poi i tre si sono lasciati prendere la mano e sono andati a caccia di altre vittime mettendo in atto in un gioco diabolico fatto di minacce ed estorsioni. A conclusione dell'inchiesta il pubblico ministero ha chiesto il loro rinvio a giudizio. Il prossimo 18 novembre, accompagnati dai difensori, Pietro Polidori, Tony Ceccarelli ed Enrico Toninelli, gli imputati dovranno comparire davanti al giudice per le udienze preliminari del tribunale di Frosinone Le indagini avviate in tal senso hanno portato alla luce un giro di ricatti a luci rosse messo in piedi dai tre giovani allo scopo di ottenere immagini di ragazze nude o persino video mentre simulavano atti sessuali che poi venivano condivisi su canali Telegram appositamente creati per lo scambio di questo materiale. A dare il la a questa vicenda alcune foto spinte di una ragazza che faceva parte di una comitiva e che aveva inviato al fidanzato. Questi però invece di custodirla gelosamente l'aveva condivisa con gli amici. Così sono iniziati i primi ricatti dal tenore minaccioso. Spacciandosi per degli hacker avevano fatto credere alle vittime di riuscire a prosciugare i conti correnti dei genitori. Sentendosi ricattate le giovani vittime inviavano loro il materiale scottante che avevano richiesto. Il modus operandi consisteva nel contattare le ragazze sui social convincendole a mandare delle foto e video di nudo. E se le vittime non assecondavano le loro richieste passavano alle minacce dicendo loro: «Se non mi mandi le foto ed i video che ti chiedo, stampo le tue foto e le vengo a mettere nella cassetta delle lettere di casa tua». 
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