Emergenza acque rosse nel fiume Rapido, convocato vertice in Prefettura

Emergenza acque rosse nel fiume Rapido, convocato vertice in Prefettura
di Domenico Tortolano
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Domenica 23 Gennaio 2022, 07:44 - Ultimo aggiornamento: 14:55

Acque rosse nel fiume Rapido al confine tra i comuni di Cassino e Sant'Elia. Da mesi residenti e ambientalisti chiedono di conoscere le cause e l'eventuale bonifica. E per martedì alle 11 è stato convocato un vertice alla prefettura di Frosinone. Nella sede della Protezione civile s'incontreranno i sindaci di Cassino Enzo Salera e di Sant'Elia Roberto Angelosanto, il direttore dell'Asl di Frosinone, il comandante del reparto ambientale marino del corpo di capitaneria di porto presso il ministero della transizione ecologica e il direttore di Arpa Lazio. Si discuterà delle cause del fenomeno e le modalità di intervento per eliminare le forme di inquinamento. A chiedere il sopralluogo e le successive verifiche è stata a dicembre scorso la sottosegretaria Ilaria Fontana che aveva anche annunciato un monitoraggio tecnico.

Il fenomeno

In prossimità del fiume Rapido tra i comuni di Cassino e Sant'Elia all'altezza di Caira il terreno d'improvviso si colora di rosso. Il fenomeno, secondo gli ambientalisti, deriverebbe dai secchi e fusti di vernici interrati anni fa. Finora i due comuni ancora non sono intervenuti in attesa di un monitoraggio. A segnalare il fenomeno è stato l'ambientalista Edordo Grossi e la primavera scorsa fece analizzare presso un laboratorio di analisi chimiche i campioni di acqua rossastra. E i risultati furono abbastanza pesanti confermati dal rapporto dell'Arpa Lazio che disse «trattasi di rifiuti di origine industriale».

Sarebbero stati sotterrati decine di fusti di vernice, poi prelevati dal sottosuolo.

Una verifica sullo stato di contaminazione del fenomeno delle acque rosse nel fiume Rapido tra Sant'Elia e Cassino sarà fatta, probabilmente, dal Reparto Ambientale Marino (RAM) del Corpo delle Capitanerie di Porto presso il Ministero della Transizione Ecologica.

Lo scopo è di accertare le cause del fenomeno delle acque colorate che si riversano poi nei fiumi che confluiscono nel Garigliano.

Bonifica di Nocione, aglin inizi di febbraio un incontro

Poco più giù ci sono i terreni di Nocione, il sito inquinato più di 30 anni fa con l'interramento di tonnellate di rifiuti domestici e non. Da un anno, però, sono in corso le fasi di conoscenza del terremo e dei rifiuti a seguito del finanziamento regionale di 214 mila euro. I risultati della prima fase sono ancora al vaglio dei responsabili ambiente della regione Lazio e il comune di Cassino è in attesa dell'autorizzazione dell'avvio della seconda fase tecnica. E poi il progetto di bonifica definitiva con gli scavi e il trasporto dei rifiuti in siti autorizzati. Al comune di Cassino per questa operazione è stato assegnato un finanziamento di circa due milioni di euro.

Tra la fine del 2022 e l'inizio del 2023 il comune di Cassino stima il completamento della bonifica del sito inquinato di Nocione alla periferia nord della città. E' quanto ipotizzato in base alle ispezioni sotterranee da completare e ai tempi burocratici della regione Lazio per le varie autorizzazioni comprese le conferenze dei servizi da fare. Il caso è seguito dall'assessore all'ambiente Emiliano Venturi e dal consigliere comunale Riccardo Consales.

Ai primi di febbraio è previsto un incontro alla regione Lazio per la definizione dell'iter, sia per la seconda fase delle indagini sotterranee che per l'appalto della bonifica. A sollecitare tali interventi è intervenuta ieri la consigliera comunale Michelina Bevilacqua con una nota nella quale afferma che «si deve accelerare per bonificare il sito dei veleni interrati che sono un pericolo costante per la salute pubblica e per l'ambiente. Non si può più temporeggiare nell'opera di rimozione di quei rifiuti visto che sovente si susseguono incendi che alimentano un alto tasso di emissioni tossiche»
 

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