Elicottero precipitato, dimessa la ragazza: «Noi miracolati grazie a papà». Aperta un'indagine

Il velivolo ha preso fuoco dopo lo schianto al suolo: era un ultraleggero autocostruito

Michele Viscogliosi insieme alla figlia Elisa
di Roberta Pugliesi
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Martedì 7 Giugno 2022, 07:02 - Ultimo aggiornamento: 18:37

Un post poco prima delle ore 23:00, con una foto sorridente insieme a suo padre su quell’elicottero che si è disintegrato. L’ha pubblicato Elisa Viscogliosi, la trentottenne di Villa Latina che insieme a suo padre è precipitata con l’elicottero domenica pomeriggio. Elisa, dimessa dall'ospedale "San Camillo", è tornata a casa e sul suo profilo social ha scritto: «Ieri io e te siamo stati miracolati, ieri un grande pilota e un grande padre ha salvato la vita ad entrambi. Siamo vivi, stiamo bene. Sembra impossibile dirlo. Ci raccontano in queste ore della marea di persone che si è preoccupata per noi... Grazie a tutti e tutte, presto torneremo più forti che mai».

E ad Elisa che è anche presidente dell’associazione Risorse donna ONLUS l’augurio di pronta guarigione anche dalle istituzioni locali e dalle altre associazioni culturali del territorio. Il padre Michele Viscogliosi, 65 anni, si trova invece ancora sotto osservazione in ospedale. 

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Nei frattempo, la Procura della Repubblica di Cassino, nella persona del procuratore Luciano d'Emmanuele, ha aperto un fascicolo contro ignoti. Un atto dovuto quando si verificano simili incidenti. Sono in corso le indagini da parte dei carabinieri della Compagnia di Sora, che hanno sequestrato i rottami dell'elicottero, per capire esattamente cosa abbia potuto provocato l'incidente e sui permessi di volo. Il mezzo precipitato e andato in frantumi era un ultraleggero autocostruito, un velivolo ideato per essere assemblato in proprio. I tanti residenti che hanno visto l'aeromobile che perdeva quota sempre più velocemente.

S'ipotizza che i due, precipitati sembra in autorotazione (con il motore in folle, con le pale che girano e rallentano la caduta), siano riusciti ad abbandonare la carlinga subito dopo lo schianto e prima che scoppiasse l'incendio che ha ridotto in cenere l'elicottero. O almeno questa sembra la prima ricostruzione dei fatti eseguita dagli inquirenti.
I sedili sono dotati di ammortizzatori che in queste circostante aiutano nelle manovre di espulsione dei passeggeri.

Di certo poteva essere una tragedia.

All'indomani dell'accaduto, che ha suscitato grande clamore in tutta la provincia e che ha attirato sul posto decine di persone, emergono i primi dettagli: l'ultraleggero era stato realizzato in modalità fai da te assemblando le parti, pare con un kit non molto diverso da quelli che possono essere acquistati anche su Internet.

Si tratta sicuramente di un modo più semplice, in tutta sicurezza, per avere un mezzo con cui volare ed assaporare la libertà e sicuramente anche un'esperienza, quella dell'assemblaggio dei componenti, che consente di conoscere perfettamente il proprio velivolo riuscendo così ad effettuare interventi di riparazione e manutenzione piuttosto facilmente.

Gli aeromobili autocostruiti, come previsto Codice della Navigazione aerea, devono essere immatricolati mediante iscrizione in un apposito Registro. Ne consegue che per volare, ancora prima dei permessi, debba essere collaudato e omologato da enti certificati. Per pilotarlo serve poi il brevetto rilasciato dall'Aeroclub. I due erano regolarmente partiti da un campo volo nel comune di Atina e stavano rientrando a casa.

Nella zona tutti li conoscevano perché uscivano di frequente con questo mezzo, una passione che il padre condivideva anche con il figlio maschio. Persone esperte, da tutti considerati all'altezza della situazione. I fatti sono accaduti nel tardo pomeriggio di domenica. Padre e figlia stavano volando sulle campagne tra Fontechiari e Casalvieri non a quota elevata. Ad un certo punto è accaduto qualcosa: un guasto, il vento, non è chiaro cosa abbia determinato lo schianto, non si esclude nemmeno un atterraggio di emergenza dopo essersi accorti dell'avaria. 

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