Pompeo: «Provincia di Frosinone senza una discarica per colpa dei rifiuti romani». Nervi tesi con la Regione

Nicola Zingaretti e Antonio Pompeo
di Pierfederico Pernarella
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Mercoledì 8 Luglio 2020, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 10 Luglio, 09:24

Lo stesso giorno, era il 30 giugno, in cui si felicitava per la conferma del Consiglio di amministrazione della Saf «con l'auspicio di poter coniugare sempre il ciclo virtuoso della lavorazione dei rifiuti con il rispetto e la salvaguardia di ambiente e territorio», il presidente della Provincia di Frosinone Antonio Pompeo scriveva anche al Prefetto, alla Regione e ai sindaci dei Comuni, contestando una gestione dei rifiuti tutt'altro che virtuosa.

Una coincidenza, forse, ma comunque indicativa di una certa tensione che serpeggia sul tema, al di là delle frasi di circostanza e delle appartenenze politiche. Il motivo è sempre lo stesso: i rifiuti provenienti da Roma (che tengono in piedi i bilanci della Saf) e la discarica di Roccasecca ancora una volta prossima all'esaurimento, dopo l'ennesimo ampliamento autorizzato solo tre mesi fa, a causa proprio dell'immondizia che arriva dalla Capitale. Come, appunto, ribadisce a chiare lettere Pompeo nella missiva del 30 giugno in cui si chiede il blocco immediato dei conferimenti nella discarica di Roccasecca dei rifiuti provenienti dalle altre province. Una lettera dai toni duri che non è arrivata per caso.

La Provincia infatti nei giorni precedenti aveva scritto alla Regione per ricordare che, stante il blocco della realizzazione del V Bacino della discarica di Roccasecca, lo stesso sito non avrebbe più potuto ricevere rifiuti dopo il prossimo dicembre (termine dell'ultimo mini-ampliamento della sopraelevazione autorizza in piena emerganza Covid) e quindi la provincia di Frosinone si sarebbe trovata senza un impianto dove portare i rifiuti. Da Palazzo Iacobucci chiedevano quindi le possibili soluzioni.

Una sortita che pare non sia stata gradita dalla Regione che ha risposto a tono ricordando un paio di cose. Primo: la discarica di Roccasecca, in realtà, è già prossima all'esaurimento e con tutta probabilità non potrà ricevere più rifiuti da agosto. Secondo: la colpa della situazione era della Provincia perché non ha indicato siti alternativi per lo smaltimento.

Pompeo non se l'è tenuta, ha preso carta e penna e ha scritto a Prefetto, Regione e sindaci. E nell'attacco della lettera, che qui di seguito riportiamo, emerge tutta la sua stizza:



In realtà le rimostranze di Pompeo sono un po' come la scoperta dell'acqua calda, dal momento che anche l'esaurimento dei precedenti bacini della discarica sono stati oltremodo accelerati dall'arrivo dei rifiuti della Capitale. Tanto è vero che lo stesso Pompeo ricorda che nel 2016 la Provincia, sentiti i sindaci, non aveva ritenuto necessario individuare altre siti, alla luce dell'autosufficienza del ciclo dei rifiuti frusinati. Come dire, gli impianti che abbiamo per il nostro fabbisogno bastano e avanzano.

Invece, scrive Pompeo, «il trasferimento massivo dei rifiuti di Roma, reiterato nel tempo, ha stravolto i significativi risultati ottenuti nel corso degli anni e ha vanificato il percorso virtuoso che aveva condotto la Provincia di Frosinone ed i suoi comuni a una condizione ottimale in termini di impiantistica, di conferimento in discarica e termovalorizzazione, raggiungendo tra l'altro, il qualificante obiettivo di un costante incremento delle percentuali di raccolta differenziata».

D'altra in un'altra lettera (che riproponiamo di seguito) era stata la stessa sindaca di Roma Virginia Raggi, a ricordare, a marzo, che se non fosse stato autorizzato il V Bacino di Roccasecca, la Capitale sarebbe precipitata nell'emergenza.




L'autorizzazione per il V bacino di Roccasecca, sollecitata dalla Raggi, in realtà poi è arrivata, ma è stata anche annullata dal Tar. E ora il procedimento è all'esame della Presidenza del Consiglio dei ministri, ma per conoscere l'esito ci vorrà almeno la metà di agosto. Tale impasse, sottolinea Pompeo, «ha cristallizzato la situazione di estrema difficoltà in materia di ciclo dei rifiuti nell'Ato di Frosinone».

Quindi, scrive Pompeo, devono «immediatamente cessare i conferimenti di ulteriori rifiuti da fuori Ato a Roccasecca, ormai satura e prossima al collasso».

Entro i prossimi mesi un sito per sostituire quello di Roccasecca non sarà disponibile e quindi, scrive Pompeo, «sarà necessario definire il principio secondo cui aree di fuori provincia siano pronte ad accogliere, nei loro siti, i rifiuti del nostro territorio nella stessa misura in cui lo è stata, con generosità ma purtroppo a suo danno, la provincia di Frosinone».

Tutti questi punti saranno parte integrante di una delibera che il Consiglio provinciale si appresta a votare nella seduta convocata per venerdì e sarà poi inviato al presidente del Consiglio regionale Mauro Buschini.

Nel documento, oltre alla richiesta di stop rifiuti di Roma e di soluzioni temporanee alternativi quando il sito di Roccasecca sarà esaurito, si chiederà anche di affidare ad un ente pubblico indipendente di livello universitario e altamente qualificato l'incarico di valutare nella provincia di Frosinone la presenza di zone (e non siti come richiesto nel piano territoriale provinciale) potenzialmente idonee a ospitare una discarica.

 

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