Crisi industriale Frosinone, 13 aziende per il bando: previste solo 247 nuove assunzioni

Crisi industriale Frosinone, 13 aziende per il bando: previste solo 247 nuove assunzioni
di Annnalisa Maggi
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Giovedì 16 Maggio 2019, 14:17
Lascia l’amaro in bocca l’esito del bando di Invitalia per la selezione di iniziative imprenditoriali nel territorio del “Sistema locale del lavoro di Frosinone” riconosciuto area di crisi industriale complessa per le difficoltà di importanti realtà produttive nei settori dell’elettronica, della chimica e farmaceutica, della meccanica. L’area comprende 46 Comuni di cui 37 in provincia di Frosinone e 6 in quella di Roma.

Solo 13 aziende hanno risposto al bando, scaduto lo scorso 30 aprile, con una dotazione finanziaria di 10 milioni di euro stanziati dal Ministero dello Sviluppo Economico con la Legge 181 del 1989. A presentare le domande per il progetto di riconversione, elaborato e coordinato da Invitalia per rafforzare il tessuto produttivo esistente, attrarre nuovi investimenti e sostenere il reimpiego dei lavoratori espulsi dal mercato del lavoro, sono state le aziende Fiuggi Palace e Hotel Silva Splendid srl, entrambe di Fiuggi, la Dphar Spa, Terme Pompeo Srl, Sogo Spa, Società agricola Rem Energia, Bioanagni, Mecal Srl, Pompeo Turistica Srl, Pacaro Srl di Ferentino (azienda che da sola ha presentato un programma di investimenti per circa 15 milioni di euro), Ga Energy, Tecnologie Avanzate e Bonifazio Bis.

L’importo complessivo dei programmi di investimento presentati è di 81.139.542,23 euro, le agevolazioni richieste ammontano a 58.422.494,59 euro, le nuove assunzioni previste in totale 247.

«Sono numeri che si prestano, inevitabilmente, ad una duplice interpretazione» commenta i dati forniti da Invitalia Danilo Magliocchetti, dirigente provinciale Forza Italia, delegato al Consiglio Nazionale Anci e capogruppo di Forza Italia al Comune di Frosinone. “La prima – sottolinea Magliocchetti - che le domande presentate sono, probabilmente, inferiori rispetto alle attese, considerata anche l’enfasi, direi quasi salvifica, che era stata data da molti, dopo il riconoscimento di area di crisi industriale complessa per i 46 Comuni afferente il SSL di Frosinone».

Nessuna panacea per i mali industriali di un territorio sofferente sotto tanti punti di vista, ma ci sono state pur sempre delle risposte, come afferma Magliocchetti: «Certamente in positivo è da valutare, in primo luogo, che un numero comunque significativo di imprese, molte già operanti in provincia di Frosinone, programmino di continuare ad investire sul territorio. L’investimento più basso ipotizzato, infatti, va dai 2,5 milioni fino ai 15 milioni di euro. Il secondo dato positivo è che, potenzialmente, si possono creare quasi 250 nuovi posti di lavoro in provincia, il che, dal punto di vista numerico non è tanto, considerando che solo a Colleferro, senza spostarsi troppo, con Amazon si parla di ben altri numeri; tuttavia, in un territorio mortificato da una crisi occupazionale senza eguali e a quanto pare irreversibile, parlare di nuova occupazione è un fatto che fa certamente ben sperare».
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