Covid Frosinone, troppi casi e terapia intensiva piena. Pazienti in una Rsa di Sora, scoppia la protesta

Covid Frosinone, troppi casi e terapia intensiva piena. Pazienti in una Rsa di Sora, scoppia la protesta
di Vincenzo Caramadre e Roberta Pugliesi
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Sabato 31 Ottobre 2020, 09:09

La terapia intensiva Covid allo “Spaziani” di Frosinone è in affanno: raddoppiati i ricoveri nel giro di una settimana. Tutti pieni i sei posti disponibili. Ne occorreranno almeno il doppio, come nella prima fase della pandemia. Effetto inevitabile a fronte del progressivo aumento dei casi che fa crescere di conseguenza quello degli ospedalizzati.

E i dati delle ultime 24 ore confermano tutta la criticità della situazione in provincia di Frosinone dove sono stati registrati 268 nuovi positivi e un morto. La vittima, la settima nel giro di tre settimana, è un uomo di 73 anni affetto anche da altra patologie.

In totale sono 19 le persone ricoverate tra la terapia intensiva e i reparti covid ordinari.

Questi i casi nei Comuni: Frosinone (34), Sora (24), Cassino (16), Alatri (15), Anagni (7), Ferentino (6), Veroli (6), Isola Liri (5).

Giornata nera per il Lazio dove per la prima volta è stata superata la quota di 2.000 nuovi positivi in un giorno. Ieri, per l’esattezza, sono stati 2.246 su oltre 25mila tamponi con un rapporto pari all’8,8%.

A Isola Liri non ci saranno lezioni per le classi prima, seconda e terza della scuola elementare del plesso Forli. Lo stop da lunedì 2 novembre fino a sabato 7 novembre. «Una decisione a titolo precauzionale per gli interventi straordinari di igienizzazione e sanificazione degli ambienti scolastici prima della loro riapertura», ha spiegato il sindaco di Isola Liri Massimiliano Quadrini.

A Ceccano il sindaco Roberto Caligiore ha annunciato la fine della didattica a distanza. Si potrà tornare in aula lunedì 2 novembre. A Cassino è risultato positivo un tesserato della squadra di calcio. Oggi si saprà se ci sarà il rinvio della gara o meno. A San Giorgio a Liri, invece, è risultato positivo un dipendente comunale: è scattata la sanificazione. Ma in queste ore si preme anche sui controlli.

Un reparto Covid con 10 posti letto all’interno della Rsa San Camillo di Sora. È bufera. Protestano i familiari degli anziani ospiti della struttura privata, quaranta persone in tutto, situato in zona Valleradice. La notizia è di ieri pomeriggio. Con un messaggio inviato tramite cellulare la direzione ha messo al corrente le famiglie degli ospiti: «Vi informiamo della richiesta pervenuta dalla Asl per la creazione di un reparto Covid per ospitare 10 utenti. Il reparto che sarà dedicato, è isolato e distanziato dalla Rsa e rispetterà tutte le indicazioni di prevenzione previste. Il personale impiegato non sarà lo stesso che ruota attorno agli ospiti della Rsa, dove sono i vostri cari. Nei loro confronti riserviamo, il massimo dell’attenzione e delle cure, rassicurandovi sulla possibilità di contaminazione tramite il reparto Covid».

Il reparto sorgerà in una ala divisa da una muratura alle spalle della residenza per gli anziani. Una ditta esterna provvederà alla pulizia e alla sanificazione dei locali, alla lavanderia ed ai pasti. Non ci sarà quindi contaminazione. Ma non basta per rassicurare i parenti: «Con tutto il rispetto e la stima che nutro per il personale che lavora in modo ammirevole, ritengo che questa sia una decisione da rivedere al più presto», lamenta una signora che ha un marito ed una mamma di 95 anni nella residenza ed ancora «Secondo me è l’ultima struttura che può permettersi di accogliere malati di Covid».

E c’è anche chi minaccia di presentare un esposto alla Procura. «La struttura - proseguono dalla direzione - ha avuto una chiusura di separazione dalla Rsa, l’ingresso è diverso ed il reparto è isolato e rispetterà tutte le indicazioni in materia di prevenzione previste. I pasti saranno serviti individualmente, con vassoi personalizzati solo monouso che verranno poi gettati. Non vi è contatto con cucina o personale».

Ma nulla sembra placare l’ira di figli, nipoti, coniugi che non vogliono accettare questa iniziativa: «Sono già sufficientemente esposti a rischio e forse sarebbe stato più opportuno comunicarlo preventivamente a noi parenti. Avremmo avuto tempo di decidere cosa fare».

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