Covid Frosinone, madre e figlia muoiono in casa. Il virus torna in corsia: ricoverati due medici del Pronto soccorso

Covid Frosinone, madre e figlia muoiono in casa. Il virus torna in corsia: ricoverati due medici del Pronto soccorso
di Vincenzo Caramadre e Pierfederico Pernarella
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Domenica 1 Novembre 2020, 07:00

Il Covid continua a mietere vittime in provincia di Frosinone: ieri nel capoluogo, in un’abitazione di via Marittima, a poche ore di distanza sono morte madre e figlia rispettivamente di 89 e 70 anni, erano risultate positive al virus nei giorni scorsi, ma soffrivano di patologie pregresse.

Nella mattinata si è creato un piccolo caso legato all’applicazione delle direttive sui tempi per la tumulazione dei casi Covid, ma il problema alla fine è stato risolto.

Questo dramma familiare chiude un mese nerissimo. Ad ottobre, in provincia di Frosinone, sono stati registrati 3538 casi positivi al Covid, una media giornaliera di oltre 114 persone positive ogni 24 ore. Un record, mai registrato dall’inizio della pandemia dallo scorso mese di marzo. Un dato ancora più eclatante se rapportato al mese di settembre, quando i positivi sono stati solo 223.

E a dimostrazione di quanto l'epidemia abbia raggiunto un alto livello di guardia c'è anche il fatto che il virus torna a colpire gli operatori sanitari più esposti nell’emergenza.

Nei giorni scorsi due medici del Pronto soccorso dell’ospedale “Spaziani”, centro Covid per la provincia di Frosinone, sono risultati positivi: uno di 38 anni, l’altro di 62, per entrambi è stato necessario il ricovero in quanto nei loro casi il virus si è mostrato in una delle forme più aggressive: polmonite bilaterale.

Un duro colpo sia perché riporta alla mente i momenti peggiori dell’emergenza vissuti nella scorsa primavera, ma anche per il fatto che infierisce su un reparto, il Pronto soccorso del capoluogo, ingolfato da decine e decine di accessi.

Lo scenario è mutato da circa una decina di giorni quando sono cominciati ad arrivare, uno dietro l’altro, con le ambulanze del 118, casi sospetti di Covid. Ma è in questi ultimi tre, quattro giorni che si è registrata una preoccupante inversione di tendenza: quasi tutti i pazienti portati al Pronto soccorso risultano positivi, mentre prima si registrava ancora per una quota minoritaria. E più si alza la percentuale dei positivi, più aumenta quella di pazienti che hanno bisogno di ricovero: i 14 posti letto di terapia intensiva e sub intensiva dello “Spaziani” sono tutti pieni.

Da qualche giorno, per sopperire alla carenza di posti letto, si è deciso anche di mettere nella stessa stanza due pazienti positivi e non più uno soltanto.

Il contagio dei due medici del Pronto soccorso è un segnale di allerta che non può essere trascurato. D’altra parte, nei giorni scorsi, l’allarme è stato lanciato forte e chiaro sia dalla Cgil che dal presidente dell’Ordine di Medici di Frosinone, nonché primario del Pronto soccorso del capoluogo, Fabrizio Cristofari.

La carenza di personale è il punto maggiormente critico. I tre nuovi medici (con un solo anno di specializzazione), assunti con la selezione di settembre, hanno iniziato a svolgere i turni ma affiancati dal tutor. Per la piega presa dall’epidemia servirebbe personale già formato, con esperienza.

Ci sarebbe la possibilità di impiegare nell’emergenza i medici di quei reparti ridotti o inattivi a causa del Covid, ma quello spirito solidaristico che ha contraddistinto la prima fase dell’emergenza ora sembra essere venuto meno. Nel personale sanitario a prevalere sono l’amarezza e la sfiducia per come il sistema si è fatto trovare, impreparato, di fronte all’annunciata seconda ondata.

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