Romina uccisa dall'ex, racconto choc dell'agente che ha scoperto il cadavere: «Ha cercato di salvarsi»

Imputato Pietro Ialongo, tecnico informatico di 38 anni originario di Cerro al Volturno nel Molisano: ex della giovane

Romina uccisa dall'ex, racconto choc dell'agente che ha scoperto il cadavere: «Ha cercato di salvarsi»
di Marina Mingarelli
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Venerdì 3 Marzo 2023, 07:27 - Ultimo aggiornamento: 08:43

L'allarme per la scomparsa, nessuna risposta al campanello, il telefono che squilla a vuoto, poi l'irruzione e la scoperta del cadavere della ragazza che con le sue ultime forze aveva cercato di mettersi in salvo mentre l'ex fidanzato la finiva a coltellate. Quattordici, per l'esattezza. Alla seconda udienza davanti alla Corte d'Assise del tribunale di Frosinone, è entrato subito nel vivo dell'orrore il processo sull'omicidio, avvenuto. lo scorso maggio, di Romina De Cesare, la barista di 36 anni uccisa da Pietro Ialongo, un tecnico informatico di 38 anni originario di Cerro al Volturno nel Molisano. Ieri sono stati ascoltati i poliziotti intervenuti per primi sulla scena del delitto.
L'IRRUZIONE NELLA CASA
Il primo a salire sul banco dei testimoni è stato Alessandro Narducci, un agente della sezione Volanti «Quel giorno - ha dichiarato il teste - un uomo ha telefonato alla sala operativa della Questura dicendo di essere preoccupato perché la ragazza con la quale aveva intrecciato una relazione sentimentale non le rispondeva al telefono dalla sera prima. Siccome sapeva che la giovane stava ancora condividendo l'appartamento con il suo ex fidanzato non si sentiva tranquillo. Giunti davanti la porta d'ingresso abbiamo provato a suonare diverse volte. Ma dall'altra parte non rispondeva nessuno. A quel punto quel giovane fortemente preoccupato ha provato ancora una volta a chiamare la ragazza al suo telefonino. Abbiamo sentito il cellulare che squillava a vuoto». Il poliziotto, notando che la porta non era stata chiusa a chiave dall'interno, ha dato una spallata e quando si è aperto l'ingresso si è trovato davanti il corpo della ragazza su cui erano evidenti le ferite dei fendenti. Il cadavere si trovava a pochi metri dalla porta. Forse Romina aveva tentato di raggiungere l'uscio di casa con la speranza di riuscire a fuggire. Ma l'assassino non le ha dato il tempo. I suoi piedi e il resto del corpo ormai senza vita erano ricoperti di sangue. Poco dopo sono arrivati gli agenti della squadra Mobile di Frosinone che hanno provveduto a raccogliere le prime testimonianze ed a visionare i fotogrammi delle telecamere installate lungo la strada. Chiara Giaquinto, una agente della Mobile, ha raccolto la testimonianza di una donna cinese che abitava nello stesso stabile la quale e ha fornito informazioni sulla coppia che era andata a vivere in quell'appartamento di via del Plebiscito nella parte alta della città soltanto da pochi mesi.
LA RICERCA DELL'ASSASSINO
Ieri è stato ascoltato anche il dirigente della squadra Mobile Flavio Genovesi. Il funzionario ha riferito in udienza che Pietro Ialongo era stato ripreso da alcune telecamere presenti in zona mentre si allontanava a bordo di una Audi Station Wagon. Qualche ora più tardi il 38enne verrà rintracciato dai carabinieri sul litorale di Sabaudia mentre vagava nudo e in stato confusionale nei pressi di Torre Paola e si dirigeva verso il mare nel tentativo di togliersi la vita buttandosi a mare. A pochi passi dalla spiaggia è stata trovata la stessa vettura che era stata immortalata in via del Plebiscito. Quell'uomo era il tecnico informatico che stava cercando la polizia. Il 38enne, in stato confusionale, aveva negato di essere stato lui l'autore del delitto. «Io l'amavo - continuava a ripetere - Non avrei mai potuto farle del male». Poi Ialongo, messo alle strette, confesserà tutto.
 

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