Corruzione, il "sistema" spiegato dal gip: «Immoralità nella gestione della cosa pubblica»

Corruzione, il "sistema" spiegato dal gip: «Immoralità nella gestione della cosa pubblica»
di Pierfederico Pernarella
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Sabato 6 Luglio 2019, 14:44 - Ultimo aggiornamento: 14:45
Nell'inchiesta del nucleo investigativo (Nipaf) dei carabinieri forestali di Frosinone che giovedì ha portato all'arresto, 2 in carcere e 6 ai domiciliari, di imprenditori, politici e funzionari pubblici per episodi di presunta corruzione in diversi enti pubblici, spiccano due figure: il funzionario del Comune di Sgurgola e amministratore di fatto della Biemme di Anagni, Giovanni Luciano Bellardini, e Alfredo Coratti, amministratore della Tac Ecologica di Veroli.

I DUE DOMINUS
Le due società, scrive il nell'ordinanza il gip Ida Logoluso, «operano sul mercato economico esclusivamente in virtù dei rapporti corruttivi illeciti con i pubblici ufficiali e il principale compito dei loro amministratori appare essere proprio quello di creare una rete di contatti ambigui e poco trasparenti. Il tempo che sembra dedicato a tessere le trame corruttive appare assolutamente predominante nella loro attività quotidiana».
Sempre a proposito dei due, il gip parla di «continua spasmodica ricerca di appalti a cui partecipare e l'immediata valutazione delle modalità illecite con cui garantirsi gli stessi».

CONSAPEVOLEZZA DEGLI ILLECITI
Anche in questa inchiesta si staglia la figura di Coratti. Prima la gestione del centro di trasferenza dei rifiuti di Piglio, poi l'appalto per la nettezza urbana a Cervaro, ora quello per lo stesso servizio a Sgurgola. Nel giro di poco meno di un mese il patron della Tac Ecologica di Veroli, è stato colpito da tre provvedimenti di custodia cautelare in carcere nell'ambito di altrettanti tronconi della maxi inchiesta del Nipaf.
Il gip Logoluso, come prova della «consapevolezza (di Coratti) dell'illeicità della sua azione», cita un conversazione in cui il Coratti dice scherzando a una sua dipendente: «T'arrestano». In un'altra invece un interlocutore, che aveva assistito alla telefonata tra il Coratti e l'assessore di Sgurgola Lucio Formaggi (finito ai domiciliari) in cui si parla della possibile assunzione di un amico dell'assessore e dello sblocco dei pagamenti a favore della Tac Ecologica, avverte Coratti: «Però sti discorsi per telefono, cioè il magistrato dice che è concussione e corruzione».

IL CASO DI TREVI NEL LAZIO
Coratti è affamato di appalti. In provincia di Frosinone ne gestisce circa una decina. Il suo obiettivo, come ha spiegato il maggiore del Nipaf Vitantonio Masi, era quello di creare, con la compiacenza di altre imprese, un cartello attraverso il quale spartirsi gli appalti. Il gip Logoluso parla di «sistema». Il sistema Coratti.
Esemplare è il caso di Trevi nel Lazio, dove la Tac Ecologica gestiva il servizio di raccolta rifiuti. Il nuovo appalto è stato però assegnato a una società di Roma. Coratti, che cerca di convincere invano il concorrente a rinunciare all'appalto, non ci sta e dice espressamente: «Io devo fa escludere la società».

I FAVORI ALLA POLITICA
Una spregiudicatezza in cui la differenza la fanno i contatti, con i funzionari pubblici e la politica. Contatti che non mancano al Coratti, almeno a giudicare da quanto lo stesso racconta nelle intercettazioni che, scrive sempre il gip Logoluso, «dimostrano l'attività svolta a favore di candidati alle elezioni amministrative, regionali e politiche» e fanno emergere «i suoi numerosi favori a sindaci di tutt'Italia», Ciociaria compresa, e «i rapporti di cui si vanta con politici di ogni livello».
Contatti e favori (a partire dalla promessa di voti) di cui, per ora, non sono emersi risvolti penali.

«IMMORALITÀ»
Accanto alla figura di Coratti, assume rilievo anche quella di Giovanni Luciano Bellardini, nella doppia veste di funzionario pubblico del Comune di Sgurgola e amministratore di fatto della società Biemme srl di Anagni. Presunto corrotto e presunto corruttore.
In qualità di dipendente pubblico, scrive il gip, «ha piegato totalmente la sua funzione al servizio di interessi privati ed ha protetto la Tac Ecologica pur avendo contestato formalmente i disservizi causati dalla Tac nella raccolta rifiuti, ma non ha provveduto ad elevare la relativa sanzione, come previsto dal capitolato d'appalto». Sempre il gip parla di «immoralità nella gestione della cosa pubblica» e a proposito di Bellardini scrive che le conversazioni captate dimostrano i suoi contatti con pubblici ufficiali e amministratori di diversi Comuni da utilizzare per i suoi interessi illeciti.

GLI ALTRI EPISODI
Nel caso della società di Bellardini, la Biemme, i presunti episodi corruttivi sono avvenuti alla Asl di Frosinone con il proseguimento illecito dell'appalto per la manutenzione del verde (il funzionario ora in pensione Domenico Spaziani è finito ai domiciliari: oltre ai soldi, avrebbe ottenuto dalla moglie di Bellardini, Paola Morgia, anche lei ai domiciliari, la disponibilità a pagare il pranzo per il suo pensionamento); all'ex Provincia di Roma (ai domiciliari il funzionario Vincenzo Rocchi per una tangente di 2.500 euro): al Comune di Sora per un affidamento combinato a tavolino per manutenzione di un tratto del fiume Liri (indagati un dipendente comunale e un imprenditore): e a quello di Anagni per un affidamento illegittimo per un intervento di disinfestazione (indagati un funzionario comunale e il sindaco Daniele Natalia che avrebbe ottenuto in cambio l'assunzione di un suo amico d'infanzia presso la società di Bellardini).
 
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