Sora, neonato morto in culla in ospedale: respinta la richiesta di archiviazione, rischio processo per sei medici

Sora, neonato morto in culla in ospedale: respinta la richiesta di archiviazione, rischio processo per sei medici
di Stefano De Angelis
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Mercoledì 28 Aprile 2021, 10:42 - Ultimo aggiornamento: 11:12

Era nato da appena quattro giorni, ma a casa insieme con i genitori non è mai arrivato. Lui, il piccolo Adriano, figlio di una coppia della Val di Comino, è morto all’ospedale di Sora mentre si trovava in una culla del nido del reparto di pediatria. Sulla tragedia, avvenuta nel luglio 2017, è stata aperta un’inchiesta dalla Procura di Cassino: ora, a quasi quattro anni di distanza, il giudice per le indagini preliminari ha ordinato al pubblico ministero di disporre l’imputazione coatta per sei medici, gli stessi finiti sul registro degli indagati dopo il decesso.

Il gip Scalera, infatti, dopo l’udienza camerale del febbraio scorso, in cui si era riservato la decisione, ha accolto la richiesta del legale dei coniugi e respinto quella di archiviazione, avanzata dalla Procura, verso la quale era stata presentata opposizione. Nell’ordinanza il gip ha chiesto al sostituto procuratore di formulare il capo di imputazione nei confronti del personale medico. In sostanza per il giudice, sul caso della prematura scomparsa del bimbo, dev’essere esercitata l’azione penale e, dunque, va chiesto il rinvio a giudizio. Il prossimo passo, una volta ipotizzato il reato da parte dell’accusa, è l’udienza preliminare.

Il dramma che ha colpito i genitori del neonato, la madre una professionista di Gallinaro e il padre originario di Tivoli, risale a quattro anni fa. Adriano era venuto alla luce il 17 luglio 2017 all’ospedale di Sora. La coppia non vedeva l’ora di portarlo a casa per iniziare a vivere tutti insieme, ma ciò non è mai avvenuto: il bimbo, infatti, quattro giorni dopo, nella notte tra giovedì e venerdì, è stato trovato privo di vita nella culla del nido.

Era il 21 luglio. Il cuoricino si era fermato e non c’era stato nulla da fare. Uno choc per i genitori, i quali, assistiti dall’avvocato Edoardo Cacace, hanno presentato denuncia ai carabinieri ipotizzando l’omicidio colposo. Ne è seguita l’apertura di un fascicolo con sei indagati: i militari hanno acquisito la cartella clinica e la Procura, per stabilire le cause del decesso, ha disposto l’autopsia.

Poi è stata la volta delle perizie. Nell’ordinanza del gip si parla di “inconciliabile contrasto” tra le consulenze. In quella redatta per conto della Procura si sostiene la tesi della “cosiddetta morte improvvisa del lattante”, la Sids, senza responsabilità di terzi; nell’altra, quella di parte, si fa riferimento al fatto che il bimbo “fosse affetto da distress” (diagnosi riportata anche sulla cartella clinica) “e che necessitava di un immediato trasferimento” in una struttura di neonatologia più attrezzata. Il gip fa notare che, “a conferma di tale preoccupazione”, i sanitari per due volte richiesero l’elettrocardiogramma con monitoraggio tramite cardiosaturimetro. Poi aggiunge che “sarebbero stati omessi” accertamenti di laboratorio, indicando quello per la glicemia. Alla fine, ritenendo indispensabili altre verifiche peritali, ha rigettato l’istanza di archiviazione.

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