Un altro passo è compiuto. Ora manca l’ultimo per concludere l’iter. A quel punto l’area contigua nel versante frusinate del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, sui monti della Val di Comino, sarà realtà.
L’assessore regionale alla Transizione ecologica e alla Trasformazione digitale, Roberta Lombardi, infatti, ha firmato il protocollo d’intesa con il Parco per la determinazione dei confini della fascia territoriale. Si tratta di una zona ben definita e regolamentata, prevista dalla legge quadro 394 sulle aree protette, in cui diverse attività, come la caccia, sono riservate ai residenti. Da sempre è ritenuta preziosa per la biodiversità. Ad annunciare l’importante passaggio formale è stata la stessa Lombardi, la quale ha sottolineato che intende arrivare quanto prima all’atto finale, ossia al via libera della giunta regionale. «Lo proporrò al primo ordine del giorno utile» ha sottolineato. «Siamo ormai a un passo dall’approvazione dei confini dell’area contigua, che garantirà una maggiore tutela ambientale dell’oasi naturale protetta, della sua biodiversità e delle specie a rischio estinzione che la abitano e orbitano attorno ad essa, tra cui l’orso bruno marsicano, di cui rimangono appena 50 esemplari - spiega Lombardi -.
Nel Lazio l’accelerazione c’è stata a gennaio, quando il presidente dell’ente naturalistico, con una delibera, ha recepito la proposta della Regione sulla perimetrazione dei confini e approvato lo schema d’intesa con l’ente di via Della Pisana. Rispetto all’attuale fascia di protezione esterna laziale (circa diecimila ettari), l’area contigua, stando all’accordo, sarà leggermente meno estesa, con una riduzione di 324 ettari.