Sora, mensa e dormitorio in prima linea per dare assistenza

Sora, mensa e dormitorio in prima linea per dare assistenza
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Domenica 3 Gennaio 2021, 07:35

Un modesto impegno di spesa per un grande e prezioso servizio. Non sono molte ma nemmeno poche le famiglie del territorio che usufruiscono del servizio mensa della Caritas diocesana - presieduta dal vescovo monsignor Gerardo Antonazzo - e del dormitorio ma sono abbastanza per far si che l’ente di Corso Volsci decida di prorogare la convenzione con la Caritas diocesana fino al 31 ottobre 2021. Spetta al Comune la funzione amministrativa, in materia socio-assistenziale, finalizzata alla prevenzione di situazioni individuali o collettive di disagio e di emarginazione sociale.

Purtroppo, nella città di Sora la situazione non è delle migliori e l’emergenza covid ha finito per accentuare situazioni già particolarmente preoccupanti e difficili che interessavano numerose famiglie già assistite dai servizi sociali del Comune. Si tratta per lo più di nuclei familiari in cui è venuto a mancare il lavoro e per questo si sono visti costretti a dover usufruire di aiuti e buoni pasto e magari anche a doversi recare presso la mensa per portare a casa un pasto caldo. A differenza della mensa, il dormitorio è meno frequentato ma per il Comune rappresenta comunque un punto di riferimento in situazioni di emergenza e per questo è importante mantenere viva e fattiva la collaborazione con la Caritas, da sempre in prima linea per quanto concerne l’assistenza agli svantaggiati. Le linee guida sono contenute nello stesso statuto comunale che sottolinea come il Comune debba impegnarsi a risolvere ogni problematica di carattere sociale, politica, economica e culturale che interessa le fasce giovani della popolazione, sostenendo e valorizzando le libere forme associative come strumenti di elevazione civile e culturale dei cittadini, di solidarietà umana e di volontariato.

Il tutto è finalizzato al miglioramento della qualità della vita personale, civile, sociale delle fasce in costante rischio di emarginazione. A questo il Comune ha destinato 15.000 euro, una cifra che appare non esosa rispetto alla necessità di sostenere i più bisognosi che aumentano di giorno in giorno.

Nonostante i volontari e gli operatori della Caritas distribuiscano prima di tutto umanità e spensieratezza, in tanti fanno fatica a chiedere aiuto, forse per vergogna o per orgoglio, ed anche questo è un dato che deve far riflettere e che deve spingere ognuno a guardare il prossimo negli occhi captando il disagio e tendendo così la mano. Decine di persone sono ridotti allo stremo sono i nuovi poveri impiegati artigiani rimasti senza un posto di lavoro che si nascondono prendono qualcosa da mangiare e che fuggono via sperando di non essere stati riconosciuti. Ma le mense ed i dormitori, come hanno sempre sottolineato i volontari della Caritas ed il vescovo Antonazzo, sono porte aperte sulla città. E tutto questo mentre incombe lo spettro dell’usura e mentre in tanti si rifugiano nell’illusione del gioco d’azzardo, come ha segnalato Don Teofilo Toma Akuino direttore della Caritas di Sora che, su indicazione del vescovo Gerardo, ha proprio messo in campo varie iniziative di sostegno in questa direzione.

Ro. Pu.

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