Frosinone, l’emergenza virus e la lotta al crimine: la doppia trincea dei carabinieri

Frosinone, l’emergenza virus e la lotta al crimine: la doppia trincea dei carabinieri
di Stefano De Angelis
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Sabato 6 Giugno 2020, 05:55 - Ultimo aggiornamento: 7 Giugno, 17:54


È stata una festa dell’Arma sobria, in completa sicurezza. Ma non per questo senza emozioni. Tutti con le mascherine e a distanza. Delle autorità c’era solo il prefetto Ignazio Portelli. Questione di protocollo per l’emergenza virus. Non c’erano neanche i cittadini, che da sempre vedono negli uomini in divisa con la banda rossa sui pantaloni un punto di riferimento. A fare da spartiacque tra il super lavoro sostenuto durante la pandemia e il futuro alle porte è la sfida lasciata dal Covid in chiave prevenzione. È stato uno dei punti evidenziati dal Comando: arginare il rischio di tensioni sociali per la crisi economica e quello di un’eventuale crescente attenzione della criminalità organizzata sulla Ciociaria. «È un altro gravoso compito che attende tutti noi» è stato sottolineato guardando alla fase della ripresa.
Ieri, alle 9, nel capoluogo, si è svolta la cerimonia per il 206esimo anniversario della fondazione dell’Arma dei carabinieri. È stata l’occasione per tracciare il bilancio dell’attività svolta nel 2019 e, soprattutto, nei mesi caratterizzati dal virus che, oltre a stravolgere le abitudini dei cittadini, ha imposto alle forze dell’ordine una riorganizzazione operativa. In apertura l’alzabandiera, la deposizione di una corona d’alloro davanti alla lapide che spicca nell’androne del Comando e il solenne momento dedicato ai caduti, con le note del “silenzio” intonate dal trombettiere. Il colonnello Fabio Cagnazzo e il prefetto hanno quindi reso omaggio ai militari che hanno perso la vita durante lo svolgimento del servizio.

IL NEMICO INVISIBILE
Negli ultimi tre mesi anche i carabinieri si sono trovati di fronte a un nemico sconosciuto, invisibile. Il Coronavirus ha aperto uno scenario complicato che ha richiesto un adeguamento immediato per le sei Compagnie e le cinquantacinque stazioni per quanto riguarda i servizi di prevenzione e controllo. Un’altra prima linea è stata quella dell’assistenza alla popolazione in difficoltà: dalla distribuzione dei buoni spesa in collaborazione con i Comuni alla consegna a domicilio delle pensioni agli anziani, delle mascherine alle persone affette dalla sindrome di Down e anche di uova e colombe pasquali ai bambini più bisognosi. E non sono mancate le manifestazioni di vicinanza. Come lo striscione regalato da una bambina di Alatri raffigurante l’arcobaleno e un cuore con la scritta “Andrà tutto bene”. Oltre a predisporre piani per la salvaguardia dei militari e, di riflesso, anche dei cittadini che andavano nelle caserme, migliaia di pattuglie sono state impegnate, giorno e notte, per far rispettare le disposizioni anti contagio varate dal governo. «Un lavoro immane» è stato sottolineato, perché c’erano anche altre attività quotidiane da portare avanti. «Per la prima volta dall’ultimo conflitto mondiale sono state adottate misure limitative della libertà personale, per il cui rispetto abbiamo messo in campo tutte le nostre risorse al fine di tutelare la salute pubblica e la fascia più debole costituita dagli anziani».

I CONTROLLI
Le gazzelle dislocate su strade e punti strategici della Ciociaria, dal Frusinate al Cassinate, hanno controllato in totale 24.000 persone. Di queste circa 2.000 (l’8,3 per cento) sono state sanzionate per violazione dei decreti che, tra l’altro, non consentivano di uscire di casa senza un valido motivo. Un centinaio, invece, quelle denunciate a vario titolo: dalla falsa attestazione a pubblico ufficiale alla falsa dichiarazione sull’identità personale fino all’inosservanza del divieto di allontanarsi dalla propria abitazione per le persone in quarantena perché risultate positive al virus. Circa 8.000, invece, sono state le verifiche nelle attività commerciali, con un bilancio di 54 contravvenzioni e di 4 provvedimenti di chiusura da 5 a 30 giorni. 

REATI IN CALO
Nonostante il super lavoro a causa del virus, nei primi cinque mesi dell’anno si è registrato un decremento dei reati denunciati, soprattutto di quelli predatori. Complessivamente sono stati 3.207 a fronte dei 4.222 dello stesso periodo del 2019 (-24%). Stesso trend anche per i furti (-44%), le estorsioni (-12%), le lesioni dolose (-15%) e le rapine (-57%). Da gennaio a maggio sono state 133 le persone arrestate e 1.920 quelle denunciate. Nel 2019, invece, gli arresti sono stati 482, mentre i denunciati 3.501. Tra le operazioni portate a termine quelle denominate “Sinergy”, “I Parpacci”, “Bazar”, “Pesce Giallo”, “Titanium” e l’ultima “Amnesia”.

Sul fronte ambientale sono stati eseguiti più di 9.000 controlli, culminati con 200 denunce, 80 sequestri, più di 500 sanzioni amministrative. Diversi, inoltre, gli interventi condotti dal Nipaaf, anche nella lotta all’inquinamento del fiume Sacco. Scoperti poi traffici illeciti di rifiuti, discariche abusive e scarichi illeciti di reflui.

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