Coronavirus, il sindaco: «Attiveremo 100 posti letto di terapia intensiva. Dal cielo controlli con i droni» IL VIDEO

A sinistra il sindaco Ottaviani con i vigili urbani e, a terra, il drone per i controlli
di Luciano D'Arpino
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Venerdì 27 Marzo 2020, 08:18 - Ultimo aggiornamento: 29 Marzo, 17:34

Emergenza coronavirus: anche a Frosinone c'è la battaglia per avere più posti-letto di terapia intensiva. Il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani la sta combattendo con i sindaci degli altri capoluoghi del Lazio. Come sta andando?

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“Finora la lotta per avere più posti-letto per terapia intensiva ha sortito gli effetti sperati. Si sta arrivando a quella quota complessiva di 1550 posti sul Lazio, di cui mille dedicati al Covid, tra pubblico e privato. Questo grazie all'apertura da parte della Regione per il coinvolgimento diretto delle cliniche. Per due motivi: per fornire posti-letto per terapia intensiva o per ricevere pazienti affetti da altre patologie, in modo tale da liberare all'interno della sanità pubblica i letti da dedicare alle terapie intensive.
Si sta realizzando, anche con la spinta dei sindaci dei capoluoghi del Lazio, l' integrazione tra le strutture pubbliche e quelle convenzionate perché tutte fanno parte del sistema sanitario nazionale.

Anche se qui da noi già tre cliniche private sono risultate focolai di coronavirus...
“Ma ce ne sono altre che non lo sono e che sono state inserite in pianta stabile in questo progetto”.

Ma quanti posti-letto di terapia intensiva vi sono in provincia?
“Il fabbisogno che noi sindaci abbiamo stimato, modulato sulla provincia di Frosinone, è di circa cento posti-letto: quindi un rapporto di 1 a 10 tra terapia intensiva e casi positivi. Naturalmente non è il fabbisogno di oggi (in Ciociaria siamo a quota 286 contagiati) ma è in prospettiva. Abbiamo elaborato, grazie anche ad alcuni consulenti, un piano di crescita progressiva attorno al 20-25% di contagi al giorno, da fine febbraio. Si tratta dell'ipotesi peggiore, che è poi quello che è avvenuto in realtà in Lombardia. La stima potenziale era stata di circa mille casi di positività e quindi il fabbisogno per la Ciociaria è stato stimato in 100 posti-letto di terapia intensiva”.

Quanti ce ne sono attualmente?
“ All'inizio della vicenda noi ne avevamo 20. Adesso siamo attorno a 40. L'obiettivo di arrivare a 100 è work in progress, che è alla nostra portata. Questo perché abbiamo puntato i piedi e abbiamo indicato come scelta di carattere prioritario proprio quella di aumentare i posti-letto di terapia intensiva e sub-intensiva (respiratori). Basti pensare che in Germania il rapporto è di 6,1 posti-letto ogni mille persone, in Italia, quando è iniziata questa vicenda, il rapporto era di 2,6 posti-letto ogni mille persone. Un terzo. Se a questo si aggiungono le cifre nette, sotto il profilo del valore assoluto, si ha la dimensione di quello che stava succedendo in Italia. Ecco perché noi sindaci ci siamo attivati subito. In Italia noi avevamo 5.100 posti di terapia intensiva e quella sub intensiva, i respiratori, erano nell'ordine di qualche centinaio. In Germania, nello stesso periodo, avevamo 28mila posti letto di terapia intensiva e 25mila respiratori”.

A Frosinone la situazione com'è adesso?
“Se rimanesse così per i prossimi giorni io non ci metterei 10 firme ma ce ne metterei 100, anche in bianco e ad occhi bendati. Perché le misure che abbiamo adottato fino adesso sembra che abbiano funzionato solo perché abbiamo adottato il principio, che vale anche nel Diritto, dell'adeguatezza e della proporzionalità. Gli interventi che abbiamo posto in essere non sono stati mai esagerati, e neppure interventi leggeri. Ci sono una serie di attività che noi stiamo portando avanti anche in assenza di fondi pubblici, perché le riteniamo comunque utili. Ad esempio, prima che in molti altri comuni italiani, abbiamo iniziato la sanificazione h24 dell'intero sistema viario comunale: stiamo parlando di oltre 300 chilometri di strade. Poi interventi di assistenza all'interno delle famiglie di anziani o dove ci sono persone non deambulanti, con il recapito a casa sia della spesa che dei medicinali. Stiamo parlando di un centinaio di casi al giorno. Come Comune, inoltre, ci siamo caricati l'onere della sanificazione dei condomini privati nei casi in cui si siano verificati dei positivi o dei soggetti lasciati in quarantena”.

E i droni per i controlli dei trasgressori?
“Abbiamo attivato questo servizio dei droni soprattutto perché Frosinone pur avendo 46 mila residenti, potenzialmente ha una platea di soggetti che entrano in città che è due o tre volte superiore essendo comune capoluogo. In alcuni casi hanno delle apparecchiature speciali che rilevano anche la temperatura corporea a 20-30 metri di distanza”.

IL VIDEO 

Quanto tempo funzionano?

“Mezzora al giorno in sei zone distinte. A giorni daremo i primi risultati”.

 

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