Dall'isola di Lampedusa allo "Spallanzani": Lorna, l'infermiera di Fiuggi sempre in prima linea

Lorna De Santis, 26 anni, di Fiuggi
di Annalisa Maggi
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Lunedì 6 Aprile 2020, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 08:51

In passato l’emergenza migranti, ora quella del coronavirus, passando per gli studi su Ebola. Sebbene la giovane età Lorna De Santis, 26 anni, di Fiuggi, è una abituata alla prima linea nelle situazioni più difficili.

L'esperienza a Lampedusa
Laureata nel 2015 in scienze infermieristiche all’università La Sapienza di Roma con una tesi sul virus dell’ebola, Lorna, vanta già un curriculum di tutto rispetto nella gestione delle emergenze: ha fatto un’esperienza con la Croce Rossa Italiana ed è stata per due anni a Lampedusa dove ha collaborato con la Guardia Costiera nel primo soccorso ai migranti.

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Rientrata nel Lazio, l’infermiera fiuggina ha lavorato per un anno presso una clinica romana e, nel frattempo, si è preparata per il concorso per infermieri indetto dalla Regione Lazio. È in graduatoria all’ospedale “Sant’Andrea” di Roma e, in occasione del recente reclutamento dovuto al grave e delicato momento sanitario in corso, è stata assunta a tempo determinato per un anno.

Il concorso
Da qualche giorno presta servizio presso lo “Spallanzani” di Roma. Nell’ospedale romando, diventato uno delle principali strutture nella gestione dell’emergenza a livello nazionale, la situazione è sotto controllo.

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«Fortunatamente riusciamo a contenere - racconta Lorna - Rispetto agli ospedali del nord Italia non abbiamo turni massacranti e possiamo gestire con una certa tranquillità i ricoveri». La giovane fiuggina si occupa dell’assistenza ai pazienti. Come tutti i suoi colleghi alle prese col Covid-19, ad ogni inizio e fine turno deve seguire il protocollo di vestizione e svestizione con tuta, scafandro, mascherina, occhiali, copriscarpe e cuffia.

Le sue competenze le consentono di non aver paura: «Conoscere quello che devo fare mi dà sicurezza».

Gli studi su Ebola
Per la giovane infermiera questo impegno rappresenta la possibilità di mettere in pratica l’oggetto della tesi nella quale, seppure rispetto al virus dell’ebola, ha trattato della psicosi di fronte a un’emergenza di questo tipo. «Gli studi mi stanno aiutando molto - rivela Lorna - perché so come agire sul campo pur non avendo una grande esperienza con il Covid in quanto è un virus nuovo».

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Ebola e Coronavirus si somigliano, però, sotto l’aspetto della protezione nel trattare i pazienti affetti: «In entrambi abbiamo le componenti del rischio e del pericolo. Il pericolo è il paziente, il rischio è che l’operatore possa infettarsi. Questo si può ridurre con l’ausilio dei presidi necessari».

Le corsie dello "Spallanzani" non sono l’unica occupazione dell’infermiera di Fiuggi che, oltre a lavorare, studia. «Mi sto preparando per un master per diventare caposala. Ad aprile era previsto un esame ma, vista l’emergenza, è stato spostato a giugno con due esami in uno».

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