Indennità Covid a medici e infermieri, sindacati contro la Asl di Frosinone: «Atto discriminatorio»

Indennità Covid a medici e infermieri, sindacati contro la Asl di Frosinone: «Atto discriminatorio»
di Pierfederico Pernarella
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Giovedì 23 Aprile 2020, 06:00

La Regione Lazio riconosce l’indennità al personale sanitario più esposto nell’emergenza coronavirus, ma i sindacati insorgono contro i criteri di distribuzione delle risorse. 

L’accordo è stato firmato lo scorso 11 aprile e prevede un riconoscimento ai lavoratori impegnati nell’emergenza. Sono stati individuati due fasce: una a rischio elevato, l’altra a rischio medio. Agli operatori che rientrano nella prima saranno corrisposti 1.000 euro e a quelli della seconda 600 euro. In entrambi i casi viene considerata per l’attività prestata dal 10 marzo al 30 aprile per almeno 20 turni lavoratori. 

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Nella Asl di Frosinone l’indennità Covid verrà corrisposta a 519 operatori che rientrano nella fascia a rischio elevato e a 130 in quella a rischio medio. In tutto 649 unità. Le aziende sanitarie non hanno avuto 10 giorni per inviare gli elenchi alla Regione e nella Asl di Frosinone c’è da considerare anche il fatto che sia il direttore generale che quello amministrativo sono ricoverati perché contagiati dal virus.


«Su un’azienda che conta 4mila dipendenti l’indennità sarà riconosciuta solo al 16% del personale – dichiara il segretario della Cisl Fp Frosinone, Giovanni Palazzo - Se questo doveva essere un segno di vicinanza e riconoscimento da parte verso quelli che in ogni apparizione pubblica chiamano “ Eroi” , salvo poi dimenticarsene quando si tratta di passare ai fatti, ebbene sappiano che è piuttosto un segno di discriminazione. Decidere tutto con un atto unilaterale, senza alcuna trasparenza né alcun coinvolgimento di chi sulla linea del fronte è uno spettacolo indecoroso che offende i lavoratori». La Cisl Fp chiede alla Asl di revocare il provvedimento

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Critiche forti arrivano anche dalla Fp Cgil e Uil Fpl: «Tutto ciò è inaccettabile, non dobbiamo dimenticare che nella ASL di Frosinone ci sono stati sanitari contagiati oltre ai massimi vertici aziendali - attaccano i rispettivi segretari Giovanni Salzano e Maurizio Palombi. - L’azienda deve tenere conto di tutti i lavoratori a cui abbiamo chiesto e stiamo chiedendo un sacrificio enorme  in termini di stress e fatica quotidiana, non possiamo accettare che nemmeno uno su cinque merita un gesto tangibile di gratitudine. Tanto che non c’è chiarezza nemmeno sull’indennità di malattie infettive per chi è risultato positivo al Covid-19».

Anche Cgil e Ui chiedono la revoca del provvedimento: «Comprendiamo che la direzione strategica è ridotta alla sola dirigente amministrativa, però non possiamo derogare dalla necessità di tutelare i lavoratori che la retorica quotidiana definisce eroi e la burocrazia aziendale derubrica a rischio basso, non riconoscendo a ciascuno di loro l’impegno che senza condizioni e senza risparmio, sta mettendo a vantaggio di tutti, anche a rischio della propria salute e della propria vita».

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