Coronavirus Frosinone, crolla la cuva dei contagi. «Malati curati con il farmaco anti artrite»

I dottori Katia Casinelli e Piero Fabrizi
di Vincenzo Caramadre
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Venerdì 8 Maggio 2020, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 29 Aprile, 07:29

Crolla la curva dei contagi. Nessun nuovo caso di coronavirus nella giornata di ieri in Ciociaria. Il numero dei contagiati, dall’inizio della pandemia, è fermo 650 casi, mentre i morti a 44.

Attento rimane il lavoro dei sanitari dell’ospedale "Spaziani" di Frosinone, centro Covid della Ciociaria.  Il reparto di Malattie Infettive, in particolare, diventato il fulcro dell’intera sanità provinciale, dove si accentrano le cure contro il Covid-19 e dove il numero di pazienti trattati si è moltiplicato.

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«Con il Covid c’è poco da scherzare, è una malattia ad importante letalità. Non lo dico io, purtroppo sono i numeri che lo riferisco, per questo evitiamo, in questa Fase 2, di vanificare tutti gli sforzi fatti in questi due mesi: rispettiamo le indicazioni fornite». Esordisce così il dottor Piero Fabrizi, dirigente medico del reparto di Malattie infettive dell’ospedale "Spaziani".

Dottor Fabrizi, com’è cambiato il vostro lavoro con il Coronavirus.
«E’ cambiato totalmente, ma ci siamo fatti trovare pronti. Dopo la dichiarazione dello stato di emergenza sanitaria e i primi focolai nel Nord Italia, sapevamo che c’era l’alta probabilità di dover affrontare il Coronavirus. Abbiamo rimodulato il reparto diretto dalla dottoressa Katia Casinelli per essere pronti e metterci in prima linea. Il nostro è un gruppo di lavoro che da 30 anni affronta emergenze varie e nel giro di pochi giorni siamo diventi il reparto di riferimento dell’intera Provincia. Da 14 posti letto ne sono stati attivati 26 posti, c’è stato il potenziamento del personale che in totale è arrivato a 60 unità (40 infermieri, 11 medici e 9 operatori socio Sanitarii)»​.

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Quel è stata l’azione strategica messa in campo che, secondo lei, ha dato maggiore spinta positiva?
«Sicuramente la scelta fatta da management (dal direttore generale Lorusso e dalla dottoressa Magrini) di attivare l’ospedale Covid allo Spaziani. In questo modo è stata evitato il contatto tra pazienti».

Quanti sono stati i pazienti trattati a Malattie Infettive?
«Un centinaio. Attualmente i ricoverati sono 17. L’aspetto molto importante è legato all’indice di mortalità: in provincia di Frosinone si è attestata al 5%, più bassa rispetto ai dati nazionali. Questo è il frutto di un’azione mirata e tempestiva nella gestione dell’emergenza».

Come sono stati curati i positivi?
«Come noto un farmaco per curare il Covid non c’è, sono stati somministrati farmaci sperimentali. Sempre affidandoci alle linee guida dell’Aifa».

Quali?
«In 20 pazienti, anche nella fase acuta della polmonite interseziale bilaterale è stato somministrato, dopo aver avuto accesso alla cura sperimentale, il tocilizumab (per l’artrite reumatoide, ndr), ma anche con l’eparina. Tutti i pazienti hanno avuto miglioramenti e sono stati dimessi».

Quale sarà il vostro impegno futuro?
«L’attuale assetto del Reparto rimarrà tale fino a quando ci sarà lo stato di emergenza. Ma noi intendiamo seguire i pazienti dimessi, tramite accertamenti mirati come Tac polmonare ed eventualmente tamponi, un modo per seguire e monitorare una malattia sconosciuta»​.

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Dottor Fabrizi, cosa si sente di dire, da medico specialista, alla popolazione?
«​Seguiamo tutti le indicazioni: manteniamo le distante di almeno un metro e mezzo, indossiamo guanti e mascherine. Sopratutto laviamo le mani, da anni come comunità scientifica battiamo su questo aspetto igienico, ora è essenziale. Mi permetta un pensiero per quanti, a tutti i livelli, hanno combattuto e purtroppo perso la battaglia contro il Sars- CoV-2».




 

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