Pochi residenti per il bonus bici, la beffa per Frosinone e i soldi perduti aspettando il Grande capoluogo

Pochi residenti per il bonus bici, la beffa per Frosinone e i soldi perduti aspettando il Grande capoluogo
di Pierfederico Pernarella
4 Minuti di Lettura
Domenica 10 Maggio 2020, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 09:21

Il Governo stanzia il bonus per l'acquisto delle bici, ma per Frosinone la beffa rischia di essere doppia. L'agevolazione è prevista solo per le città con più di 50mila abitanti e il capoluogo ciociaro, con i suoi 46mila residenti, rischia di restarne fuori. Non solo.  Per finanziare questa misura i soldi verrebbero presi dal Decreto Clima, varato lo scorso ottobre, che prevede degli incentivi per quei Comuni oggetto della procedura d'infrazione dell'Unione Europea per il superamento dei limiti delle polveri sottili. Requisito in cui rientra gran parte dei Comuni della provincia di Frosinone. 

LEGGI ANCHE ---> Mobilità, bonus per bici e monopattini fino a 500 euro. De Micheli: «Allo studio per città con più di 50mila abitanti»

A lanciare l'allarme è il circolo "Il Cigno" Legambiente di Frosinone. Partiamo dalla fine. Il Governo, nell’ambito delle misure di contrasto alla crisi economica causata dall’emergenza Covid, ha deciso di prevedere anche un bonus di 500 euro per l’acquisto di bici normali o a pedalata assistita, monopattini e altri mezzi per la micromobilità urbana. 

LEGGI ANCHE ---> Tanti ciclisti ma niente aperitivo in strada a Ponte Milvio a Roma, le immagini

«Si tratterebbe di un contributo sotto forma di sconto anticipato dai rivenditori e poi a questi restituito dallo Stato - spiega il presidente de "Il Cigno", Stefano Ceccarelli -, sulla base del meccanismo collaudato dei bonus per la rottamazione delle auto. In questo caso però lo sconto non sarebbe condizionato, ma avrebbe l’unica limitazione che ad usufruirne sarebbero i residenti delle città con più di 50.000 abitanti».

I residenti di Frosinone, dunque, ne resterebbero fuori. Ma la beffa rischia di essere doppia: «Queste nuove misure saranno sostitutive di quelle previste dal Decreto Clima dell’ottobre scorso, che è ancora mancante dei decreti attuativi, che riconoscevano gli incentivi ai residenti nelle città oggetto di infrazione comunitaria per il superamento dei limiti per la qualità dell’aria». Quindi tutti quelli della provincia di Frosinone.

LEGGI ANCHE ---> Covid Italia, bollettino: 3.119 malati in meno, oltre 100 mila guariti (+4.008), 218.268 contagi totali (+1.083), 30.395 morti (+194)

Il Decreto Clima  prevede  un bonus per coloro che rottamano entro il 31 dicembre 2021 auto (fino alla classe Euro 3) e motocicli (Euro 2 ed Euro 3 a due tempi). Si tratta di un “buono mobilità” di 1.500 euro per le auto e di 500 euro per i motocicli, che può essere speso entro i successivi tre anni, per l’acquisto, anche a favore di persone conviventi, di abbonamenti al trasporto pubblico locale e regionale, e di biciclette anche a pedalata assistita.

Ma appunto, come sottolineato da Legambiente, i residenti di Frosinone non possono accere al nuovo buono mobilità per l'emergenza Covid e rischiano di perdere quello precedente previsto dal Decreto Clima. Per questo il circolo "Il Cigno" rivolge si appella ai parlamentari del territorio, alle forze politiche locali e a tutti gli stakeholder coinvolti affinché intervengano sul Governo per emendare il testo del decreto, così che le agevolazioni previste vengano estese ai residenti nelle aree con criticità ambientali.

In attesa di sapere se l'appello verrà raccolto, è d'altra parte evidente che la questione del bonus bici ripropone una questione che continua a ripresentarsi con preoccupante insistenza. Non è infatti la prima volta che il capoluogo ciociaro viene penalizzato per il suo numero di residenti, quasi sempre insufficiente per partecipare a bandi per l'erogazione di incentivi pubblici. Handicap che spesso si unisce all'assenza di progettazione.

Sempre in tema di mobilità alternativa, ad esempio, nel febbraio scorso il Ministero dell'Ambiente ha assegnato 164 milioni di euro messi a disposizione con un bando del 2016 per la mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro. 

LEGGI ANCHE ---> Coronavirus, il plasma dei convalescenti per fermare l'epidemia, i dettagli della sperimentazione

Il bando serviva a finanziare percorsi ciclabili e pedonali, servizi di mobilità condivisa (car/bike/scooter sharing), opere per l’integrazione modale (parcheggi, ciclostazioni), sistemi per l’infomobilità, moderazione del traffico.
La precedenza sarebbe stata data ai Comuni con il maggior numero di sforamenti di PM10. Che certo non mancano in provincia di Frosinone da anni sul podio nazionale delle aree colpite dall’inquinamento atmosferico. 

Eppure  tra gli 81 enti che hanno ottenuto i finanziamenti ministeriali non ce n’è stato nemmeno uno della Ciociaria. Dalla quale è pervenuto solo un progetto con il Comune di Ripi come capofila, escluso dalla graduatoria finale.

Il bando del resto era riservato a città o a raggruppamenti di Comuni al di sopra dei 100mila abitanti. Requisito, che torna nella maggior parte dei bandi pubblici, in cui non rientra nessuno dei Comuni ciociari. Ed è popria questa una delle ragioni di fondo del progetto del Grande Capoluogo lanciato da Unindustria Frosinone sulla base di uno studio dell'università "Tor Vergata". Progetto che, da quello che si è capito, è destinato a finire su un binario morto. Altro che mobilità alternativa. 


 

© RIPRODUZIONE RISERVATA