Coronavirus, studente di Arce positivo al virus: è asintomatico e sta bene

Coronavirus, studente di Arce positivo al virus: è asintomatico e sta bene
di Vincenzo Caramadre
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Venerdì 6 Marzo 2020, 17:14 - Ultimo aggiornamento: 7 Marzo, 18:06

Studente di Arce, residente a Roma, è risultato positivo al test del Coronavirus. È il quinto caso in Ciociaria.
L’uomo è asintomatico, sta bene e si trova nella sua abitazione di Roma. E’ uno dei tantissimi casi di soggetti positivi, ma, per fortuna, asintomatici.
La notizia è stata confermata dal sindaco di Arce  Germani che dice: " Siamo stati informati questa mattina che uno studente universitario di Arce è risultato positivo al virus SarS-Cov-2. Il giovane sta bene e attualmente si trova nella sua abitazione di Roma dove è sotto osservazione domiciliare.
Il Servizio Sanitario regionale si è immediatamente attivato per svolgere l'indagine epidemiologica al fine di risalire ad identificare i link e i contatti avuti dallo studente. Essendo tornato ad Arce la scorsa settimana, non è escluso né che il contagio sia avvenuto nella nostra zona e né che possa essersi diffuso ulteriormente.
E’ importante in questo momento mantenere la calma e non lasciarsi prendere dal panico. Soprattutto è da evitare la diffusione di notizie che non provengano direttamente dalle autorità sanitarie e governative.
Il Comune di Arce è in stretto contatto con il Servizio Igiene e Sanità Pubblica dell’Asl di Frosinone e con la Prefettura di Frosinone. Attualmente non sono previste particolari disposizioni se non quelle di osservare rigorosamente le prescrizioni contenute nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 4 marzo 2020».

Ma in serata dalla Prefettura è arrivata la precisazione sulle esternazioni del sindaco a mezzo social.
«Il Sindaco di Arce - ha comunicato la Prefettura sulla pagina Facebook - non ha retto la tensione nervosa di un probabile caso di suo concittadino, non avendo neanche remore nel fornire gli elementi per identificarlo mentre sono in corso gli accertamenti sanitari. Se si fosse realmente tenuto in contatto con l’Azienda Sanitaria Provinciale e la Prefettura, come lui erroneamente sostiene, o se si fosse limitato alle istruzioni ricevute, tutto ciò non sarebbe accaduto».




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