Cinquantasei indagati per la morte di una donna, ma il pm chieder per tutti il proscioglimento

Cinquantasei indagati per la morte di una donna, ma il pm chieder per tutti il proscioglimento
di Manlio Biancone
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Giovedì 16 Maggio 2019, 14:08
Cinquantasei indagati, tra medici e paramedici, per la morte di Maria Rea, del 1941, di Arpino, in seguito ad un aneurisma dell’aorta addominale. Tutti devono rispondere di omicidio colposo, ma lo stesso Pm, dopo la perizia di un medico legale, ha chiesto il proscioglimento per tutti. Il giudice deciderà il 26 giugno.

L’episodio risale al 2016: la donna di Arpino, arrivata all’ospedale di Avezzano, venne sottoposta ad un esame radiologico ma non fu riscontrato nulla di anomalo. La Procura, dopo le perizie dei periti, per ben due volte ha chiesto l’archiviazione. La parte civile però si è opposta alla richiesta dei Pm . Ieri mattina si è tenuta davanti al Gup del Tribunale di Avezzano, Maria Proia, l’udienza preliminare.

L’episodio risale all’autunno 2016. La 75enne arrivò all’ospedale di Avezzano, dopo aver accusato dolori, per un accertamento diagnostico; l’esame venne eseguito ma i medici di radiologia non riscontrarono l’aneurisma. La donna dopo alcuni giorni si aggravò e morì. Dopo la denuncia dei familiari il Pm Guido Cocco, aprì un’inchiesta indagando medici e paramedici e nominò un perito. La relazione del medico legale sostenne che non c’erano stati comportamenti omissivi da parte del personale sanitario e per questo il magistrato chiese l’archiviazione che fu impugnata dall’avvocato della parte lesa. Nuova perizia da parte del Pm, Andrea Padalino, che confermò le conclusioni del primo perito e per questo chiese il proscioglimento per tutti gli indagati che fu di nuovo impugnato. E ieri appunto, davanti al Gup, la terza udienza. La parte civile sostiene che i medici avrebbero dovuto effettuare una Tac che permetteva di visualizzare bene non solo gli organi interni del corpo umano, ma anche le arterie e le vene.
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