Certosa di Trisulti, avviato l'iter di revoca: indaga anche la Procura

Certosa di Trisulti, avviato l'iter di revoca: indaga anche la Procura
di Pierfederico Pernarella​
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Venerdì 31 Maggio 2019, 14:53 - Ultimo aggiornamento: 1 Giugno, 19:13

Addio al progetto di una scuola sovranista nel monastero benedettino di Trisulti sotto la regia di Steve Bannon, ex stratega di Trump e ideologo dell’ultradestra. Il ministero dei beni culturali ha avviato l’iter per revocare la concessione della Certosa alla Dignitatis Humanae Institute, l’associazione alla fine del 2017 si era aggiudicata il bando ministeriale per la gestione del monastero di Collepardo. La durata della concessione è di 19 anni, a fronte di un canone di 100mila euro all’anno. Affitto che, per l’anno passato, non è stato ancora pagato. Come insoluti risultano anche gli avvisi per Imu (88mila euro) e Tari. Anche questi aspetti tenuti in considerazione per l’avvio della revoca.




LA RICHIESTA DEL MIBAC
L’ultima parola sull’annullamento della concessione spetterà alla Direzione generale del Mibac.
La richiesta è stata presentata dal ministro Alberto Bonisoli, alla luce degli esiti dell’attività ispettiva e del parere dell’Avvocatura dello Stato, che hanno rilevato «criticità sia in fase di affidamento che in fase esecutiva» della concessione. Secondo l’Avvocatura dello Stato ci sono tutte le condizioni per dichiarare la decadenza del contratto, in conseguenza della violazione di diversi obblighi contrattuali.
Alcune delle violazioni erano state sollevate in un’istanza per l’annullamento della concessione presentata da Comunità Solidali guidata dall’ex consigliera regionale Daniela Bianchi. Richiesta corredata da una relazione dell’avvocato Felice Maria Spirito e da oltre 2mila firme. Altri aspetti anomali sono poi emersi grazie ad alcune inchieste giornalistiche.

L’INCHIESTA
Sulle presunte irregolarità indaga anche la Procura di Frosinone che sta accertando se vi siano dei rilievi penali e a chi possano essere ascritti. Alcuni aspetti potrebbero essere di competenza della Procura di Roma, ma alcuni fatti d’interesse investigativo sono avvenuti anche in terra ciociara.
A parte l’ombra di Bannon, che avrebbe dovuto ispirare e finanziare una scuola di formazione politica di stampo sovranista, il personaggio che più si è esposto nel caso Trisulti è stato Benjamin Harnwell, politico britannico e presidente della fondazione “Dignitatis Humanae Institute”.


LE PRESUNTE IRREGOLARITÀ
Proprio sulla DHI si sono concentrati i primi dubbi, a partire dalla sua stessa personalità giuridica, che era una delle condizioni per partecipare al bando: l’iscrizione nel registro delle persone giuridiche della Prefettura è avvenuto nel giugno del 2017, alcuni mesi dopo la domanda di partecipazione all’avviso ministeriale. Il codice fiscale e la partita IVA sarebbero stati assegnati alla DHI solo nel marzo 2018 e anche questi erano requisiti necessari.
Non tornerebbero i tempi nemmeno con un altro requisito previsto dal bando: l’esperienza quinquennale nella gestione di beni culturali, dal momento che la DHI si era costituita solo nel 2016, poco prima di partecipare al bando. E inoltre la “documentata esperienza” era rappresentata dalla gestione del museo di Civita di Collepardo inaugurato nel 2016 che in realtà consisterebbe in un rudere e in una cappella. Il museo era stato affidato alla DHI tramite una sottoscrizione con l’abate di Casamari Eugenio Romagnuolo che ha fatto parte dell’organigramma della DHI e poi ha preso le distanze dall’associazione.
Infine il bando prevedeva delle garanzie finanziarie da parte di un «primario istituto».

La DHI ha presentato la lettera di una banca privata danese con sede a Gibilterra (in territorio off-shore seppure appartenente alla UE) che ha smentito l’autenticità del documento. Tutti aspetti che al momento dell’assegnazione della concessione non sarebbero stati “considerati” dal Mibac, all’epoca guidato da Dario Franceschini.

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