Ceccano, impianti sportivi intitolati e dimenticati: le storie, le urgenze

Il palasport crollato sotto la neve nel 2012
di Marco Barzelli
5 Minuti di Lettura
Domenica 28 Agosto 2022, 10:20 - Ultimo aggiornamento: 10:51

 A Ceccano cinque impianti sportivi da riqualificare, ma anche le storie dei personaggi a cui sono intitolati. Stadio Dante Popolla, ex palasport Domenico Tiberia, campi Franco Protani (calcio a 5) e Cataldo Del Brocco (calcio), e pista di atletica Angelo Vespasiani. Non è di proprietà comunale solo lo Stadio Del Brocco, che appartiene alla diocesi di Frosinone ed è gestito dal Ceccano calcio 1920, ora interessato ad acquistarlo.
Ad occuparsi delle strutture comunali, invece, è il consigliere Diego Bruni. «L'amministrazione Caligiore - assicura il delegato allo sport - non si lascerà scappare le opportunità di finanziamento». Confida nel mezzo milione di euro richiesto alla Regione per la messa in sicurezza dello Stadio Popolla e il manto in erba sintetica. Servono poi oltre 3.5 milioni per la ricostruzione del palasport in chiave ecosostenibile. «Accenderemo un mutuo a interessi zero con l'Istituto del credito sportivo», fa sapere Bruni. Nel degradato Campo Protani, invece, «il Comune collabora con giovani residenti del quartiere Di Vittorio per garantire il decoro». E conclude: «Ci si sta muovendo anche per completare il polo sportivo di Passo del cardinale». Lo stadio Popolla, lungofiume in via San Francesco, è intitolato da 78 anni a un giovane calciatore caduto in guerra con le stellette da capitano. Suonava anche il violino su quella nave attraccata lungo le coste africane. Quel giorno, però, era sceso sottocoperta. Furono bombardati e il suo corpo non fu mai ritrovato. «Il padre Filippo, fratello di nonno Vincenzo, gestiva il distributore davanti al saponificio Annunziata. La sorella Olga, che abitava vicino allo stadio, ha sperato per anni che si fosse salvato», racconta Dante Dario Popolla, figlio di Elio, cugino del calciatore-soldato.

IL RACCONTO

«Mi hanno chiamato Dante essendo nel 1950 il primo nato in famiglia dopo la sua morte - spiega -. Era davvero forte e, quando non è tornato dalla guerra, i compagni di squadra hanno voluto intitolargli lo stadio». In quel Ceccano c'era anche Francesco Battista, eletto sindaco nel 1962.
Il palasport di via Passo del Cardinale, crollato durante la nevicata del 3 febbraio 2012, porta il nome del barbiere che diventò un grande pugile. Vinse sette volte il titolo italiano di boxe negli anni Sessanta-Settanta, in tre diverse categorie: pesi welter, superwelter e medi. Al palasport di Roma, quando si laureò campione per la prima volta contro Piazza, lo sostennero oltre 2 mila ceccanesi. Suo figlio Massimo, presidente dell'associazione intitolata al campione, ha «assistito alla vittoria a Forlì contro Soprani e alla sconfitta, con un'infiltrazione alla mano, contro Sarti».
A fine carriera, ormai 38enne, si sarebbe vendicato battendolo in un match amichevole.

Fatale l'incidente del 3 gennaio 1989 in cui perse la vita anche l'amico Aldo Salvatore Bartoli. «Avevo 25 anni ed è stato un colpo tremendo - così suo figlio -. Mi manca tantissimo. Un padre, un amico, era tutto per me». Franco Protani è stato davvero un personaggio. Era tornitore all'ex Ilva di Patrica e attaccante del Ceccano. Era un gigante, burbero ma in fondo buono. Però meglio non nominarle neanche le cinque bellezze di famiglia: sua moglie Maria Antonia e le quattro figlie.

 


 Il nipote Giuseppe Tanzini, che dal nonno ha ereditato la passione per il calcio, racconta uno degli aneddoti off-limits: «Una volta, durante una partita, sentì qualcuno che importunava mia nonna in tribuna. Allora scavalcò la rete, malmenò il tizio, tornò in campo e continuò a giocare, senza che l'arbitro lo espellesse». Ma era una furia anche e soprattutto in campo: «A Isola Liri segnò direttamente da metà campo, chi l'ha visto giocare racconta che sfasciava le porte». Sfasciato, purtroppo, anche il campo da calcetto a lui intitolato dalla primavera del 1996. Nuovamente pulito, grazie all'apporto dei volontari, ma in attesa di restyling.
Il marinaio Cataldo Del Brocco era tornato in congedo per Ferragosto. Era il 13 agosto 1974. Aveva organizzato una partita con gli amici al campo della Badia. Durante il riscaldamento, però, l'improvviso malore per un'anomalia congenita. Nulla da fare, purtroppo, all'ospedale di via Roma. Aveva soltanto 22 anni. Sua nipote Francesca Pizzuti, vicepresidente del Ceccano, non era nata ma la tragedia l'ha vissuta attraverso i familiari. Ora, su sua iniziativa, è stata restaurata l'insegna sbiadita. Fu sua nonna a farla fare a proprie spese. «Il presidente Gianluca Masi - sottolinea - ha supportato l'iniziativa e mi fa immenso piacere come familiare e membro della società».
Svela anche la trattativa in corso con la Diocesi per l'acquisto del campo intitolato a suo zio. «Vogliamo che il Popolla resti lo stadio del Ceccano - dichiara - ma sogniamo una cittadella per la crescita dei giovani». La famiglia Vespasiani era nota per il magazzino di materiali edili. Angelo, oltre a lavorare nell'azienda di famiglia, insegnava matematica alle medie. Era laureato in economia e commercio. In aggiunta la passione per l'atletica leggera, tanto da fondare una società con l'amico per la pelle Angelino Loffredi, poi sindaco dal 1981 al 1985.
A ricordare la sua scomparsa, sopraggiunta per infarto a 45 anni nell'aprile 1988, è la sorella Enrica: «Si è sentito male mentre andava a scuola, è tornato a casa e l'ho accompagnato in ospedale. Lì, però, si è accasciato e non ha più dato segni di vita». La pista a lui intitolata e il campo da rugby necessitano di riqualificazione. Nell'intero polo sportivo di Passo del Cardinale, stando al programma amministrativo, nascerà la Città verde: anche campi da calcio e da tennis, pista ciclabile e Centro sport e salute.
Marco Barzelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA