Usura e droga, il procuratore di Cassino: «Denunciate, non sarete soli»

Intervista al dottor Luciano d'Emmanuele

Il procuratore d'Emmanuele
di Vincenzo Caramadre
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Venerdì 15 Maggio 2020, 14:58 - Ultimo aggiornamento: 29 Aprile, 07:30

L’emergenza sanitaria e il lockdown, ma anche e soprattutto la "bomba" sociale. La crisi di tante famiglie e di tante imprese bloccate dalla pandemia, senza liquidità finite sul lastrico. Inevitabilmente portano all’impennata di gravi reati, come l’usura, ma anche l’estorsione e lo spaccio di droga.

Un allarme noto, lanciato dal Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative contro il racket e l’usura Annapaola Porzio. Cassino e il cassinate, Sora e il sud Pontino, territori non esenti, che hanno subito il contraccolpo economico connesso alla pandemia.

La Procura di Cassino, seppur nel grave periodo di emergenza ha fortificato il muro dei controlli a tutela delle fasce della società maggiormente esposte. Paletti fissi, obiettivi primari posti dal procuratore di Cassino, Luciano d’Emmanuele che coordina un pool di sette magistrati ai quali sono demandate specifiche materie.

Procuratore, siamo nella Fase 2 della pandemia. Il lockdown e quasi un ricordo. Le città, i paesi, le aziende si rimettono in moto. Pian piano, ma ripartono. L’attività giudiziaria, o meglio investigativa, sembra non essersi fermata....
«Esattamente. La nostra attività non si è mai fermata. Con l’emergenza sanitaria esplosa a marzo scorso e legata al Covid-19, sono stati posti obiettivi finalizzati alla tutela della legalità e delle fa sce più a rischio della società. Quando c’è crisi, quando le famiglie e le imprese sono in difficoltà il rischio che siano vittime di reati, connessi al momento, è sempre molto alto. Quello che accade oggi con l’usura e l’estorsione. Ma continua anche lo spaccio di droga».

Le indagini non si sono fermate, ci sono stati risultati importanti?
«Sì. Nelle ultime settimane, nell’intero comprensorio della Procura di Cassino sono state portate a termine tre operazioni antiusura. Una Cassino, una a Sora e una Formia. Tre indagini con altrettanti arresti e alcuni in- dagati coordinate dai sostituti Emanuele De Franco, Valentina Maisto e Roberto Bulgarini Nomi. Tutti i reati, sulla scorta degli accertamenti della polizia giudiziaria, sono stati contestati fino all’attualità, vale a dire in piena emergenza sanitaria. La Procura non ha abbassato la guardia e l’ufficio Gip ha accolto, con celerità, le richieste avanzate. Un grazie a tutte le forze di polizia (carabinieri, polizia e guardia di finanza) per la grande collaborazione e dedizione».

Cosa si sente di dire, sopratutto in questo periodo, ai cittadini?
«Denunciate. Quando c’è un pro- blema e ci si sente vittima di un reato, di qualsiasi natura, bisogna denunciare. Informare la magistratura e la polizia giudiziaria. Nessuno verrà lasciato solo».

La denuncia è alla base di tutto, ma quale può essere la collaborazione delle imprese e della società civile?
«La prima collaborazione deve arrivare dalla banche, le quali in un particolare momento di emergenza devono allargare, con i dovuti controlli, i cordoni delle borsa. Mettendo in atto specifici sostegni alle imprese e alle famiglie. Ma non solo le banche».

Quale altro intervento può essere utile?
«Mi riferisco alla giustizia civile. L’auspicio è che torni al più presto a funzionare, tenendo conto della grave situazione economi- ca e dia risposte all’altezza del momento».
 
Procuratore, accennava allo spaccio di droga. Anche in questo periodo la droga da profitti?
«L’analisi dei flussi e delle attività informative, ci portano a dire che, nonostante l’emergenza sanitaria, nonostante la quarante- na lo spaccio di droga non si è fermato. Anche su questo settore, il contrasto delle forze di polizia che operano nel circondario è pressoché quotidiano, con il pieno coordinamento dell’ufficio giudiziario».

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