È stata pubblicata in questi giorni, in prima edizione nazionale, l'opera teatrale postuma di Evgenij Evtushenko "Se tutti i danesi fossero ebrei" (Lamantica Edizioni, Brescia, 2022, p. 242) nella traduzione di Evelina Pascucci, a cura di Lorenzo Gafforini e con un saggio introduttivo del poeta cassinate Francesco De Napoli.
L’amicizia fra De Napoli e lo scrittore Evtushenko risale agli anni ‘80. Infatti nel 1986 Evtushenko venne a Cassino ospite di De Napoli ed è poi proseguita. Evtušenko era uno dei maggiori sostenitori di Gorbaciov (fu deputato e ministro della cultura negli anni di Gorbaciov). Il libro di Evtushenko sarà presentato a Brescia il 30 giugno. La pièce, firmata dal Maestro del disgelo nel gennaio 1996, è rimasta per oltre due decenni inedita in ogni Paese del mondo, a parte una fugace apparizione su una rivista russa sempre nel 1996. La traduzione italiana di Evelina Pascucci fu inviata in lettura in quello stesso periodo a Francesco De Napoli, il quale ne propose l’allestimento scenico a Cassino nel 2003, a cura del Centro Universitario Teatrale diretto da Giorgio Mennoia.In tutti questi anni, il capolavoro di Evtushenko è rimasto chiuso nel cassetto, tanto da risultare ora ufficialmente edito in volume soltanto in Italia. Nel suo saggio introduttivo di circa un centinaio di pagine, Francesco De Napoli osserva come Evtushenko coraggiosamente “continuò a porre in primo piano, nel superiore nome della verità, la questione culturale sempre ignorata dal potere.”
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