Cassino, spari in centro per un debito di droga,
accertamenti su due pistole

Cassino, spari in centro per un debito di droga, accertamenti su due pistole
di Vincenzo Caramadre
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Martedì 20 Luglio 2021, 07:51

Spari contro una Smart parcheggiata lungo viale Dante a Cassino per un debito di droga non saldato: proseguono le indagini. In particolare si vuole fare luce sull’arma utilizzata la sera del 7 maggio scorso quando l'auto di un uomo del cassinate fu crivellata di colpi calibro 7.65. Per questi fatti, la settimana scorsa, è stato fermato un ventenne di Cervaro (già noto alle forze dell'ordine), mentre altri tre giovani tra i 21 e 23 anni sono indagati a piede libero.  L'accusa per tutti è di estorsione e porto abusivo di arma da fuoco. Proprio su quest'ultimo aspetto, vale a dire sull'arma utilizzata per fare fuoco, ora si concentrano le indagini della Squadra Mobile di Frosinone e degli agenti del Commissariato di Cassino sotto il coordinamento del pubblico ministero Roberto Bulgarini Nomi. Nel corso delle indagini, infatti, sono state sequestrate due pistole clandestine, con matricola abrasa, una delle quali risponde allo stesso calibro di quella utilizzata per compiere l’atto intimidatorio. 

Sono in corso quindi gli accertamenti balistici per capire se a sparare è stata l’arma sequestrata oppure un’altra. Gli investigatori intendono quindi ricostruire tutti i passaggi legati alle armi clandestine sequestrate. 

Dopo il fermo disposto dal Pm Bulgarini, c’è stata l’udienza di convalida, dinanzi al Gip Domenico Di Croce, nel corso della quale il ventenne, assistito dall’avvocato Emanuele Carbone, sì è valso della facoltà di non rispondere e conseguentemente è stato convalidato l'atto del pubblico ministero, motivato con il pericolo di fuga e la reiterazione del reato.

Il giovanissimo quindi si trova in carcere a Cassino.  La vicenda culminata con l'esplosione di sei colpi di pistola, come ricostruita dagli investigatori, ruota attorno alla cessione diverse dosi di sostanza stupefacente per un totale di mille euro. Il presunto acquirente avrebbe corrisposto solo 150 euro, dunque il debito ammontava a 850 euro e il ventenne insieme ai suoi complici non avrebbe esitato a sparare per rivendicarlo. 

Una tesi che tuttavia non convince la difesa del ventenne. L’avvocato Emanuele Carbone, infatti, ha già annunciato ricorso al riesame contro l'ordinanza emessa dal Gip nel convalidare il fermo disposto dal Pm. Tra qualche settimana quindi si conoscerà l'esito del ricorso al Tribunale del Riesame. Le indagini nel frattempo vanno avanti.

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