Cassino, Sotto processo per concussione:
Sequestrato un appartamento a Salvati

Cassino, Sotto processo per concussione: Sequestrato un appartamento a Salvati
di Vincenzo Caramadre
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Giovedì 19 Novembre 2020, 08:25

I soldi della presunta maxi tangente da 250 mila euro, che sarebbe stata incassata da Antonio Salvati ex presidente dell’Unione dei Comuni Antica Terra di Lavoro ed ex sindaco di San Giovanni Incarico,  nell’ambito della gestione dei progetti di accoglienza immigrati sarebbero stati utilizzati per l’acquisto di un appartamento  a Roma.E’ quanto sostiene la Procura di Cassino, nella persona del sostituto procuratore Alfredo Mattei, cha ha  chiesto e ottenuto un sequestro preventivo per equivalente nei confronti di Salvati. A disporre il sequestro, dopo le specifiche e lunghe indagini della Guardia di Finanza, è stato il collegio penale del Tribunale di Cassino, presieduto dal giudice Donatella Perna, dinanzi al quale si sta celebrando il processo, dove Salvati, appunto, risponde di concussione.All’ex primo cittadino destinatario di una misura cautelare in carcere eseguita il 14 giugno 2019, poi revocata, e daultimo, con provvedimento del Ministero dell’Interno radiato dall’albo dei Segretari comunali, viene contestato di aver percepito una maxi tangente da un commercialista. Secondo l’ipotesi dell’accusa, nella sua qualità di Presidente dell’Unione Comuni, Salvati,dietro minaccia si sarebbe fatto consegnare somme di denaro dal rappresentante di una cooperativa di Arce, il commercialista Saverio Rea, impegnata nella gestione di progetti nell’accoglienza dei migranti per conto dell’Unione dei Comuni. In particolare, il responsabile della cooperativa avrebbe corrisposto, tra il 2013 e il 2017, circa 250 mila euro al fine di ottenere il pagamento di fatture per servizi svolti a favore dell’ente.Nel contesto processuale in atto al Tribunale di Cassino, dove la parte civile ha confermato ogni accusa, le fiamme gialle del Gruppo di Cassino, su delega del sostituto procuratore Alfredo Mattei, hanno eseguito specifici accertamenti per tracciare e ricostruire il patrimonio di Salvati.“Gli accertamenti di natura economico-finanziaria, estesi anche ai conti bancari e alle possidenze di familiari e conviventi, hanno consentito di ricostruire minuziosamente i passaggi di denaro e le transazioni effettuate nel periodo di commissione delle condotte criminose”, è stato spiegato dalla fiamme gialle.Per la Procura, quindi, il profitto del reato, vale a dire i soldi attenuti dal commercialista Rea, sarebbe stato destinato all’acquisto di un appartamento con garage intestato alla moglie di Salvati, che si trova a Roma, nel quartiere Collatino.

Salvati (assistito dagli avvocati Dario De Santis e Ivan Santopietro) si è sempre dichiarato estraneo a ogni accusa. La sentenza per il processo in corso è attesa per il 22 dicembre prossimo. Ora, alla luce del provvedimento di sequestro al fine di ottenere la confisca, gli avvocati De Santis e Santopietro hanno annunciato appello. “Ci rivolgeremo al Tribunale di Frosinone, per la revoca del sequestro”, si è limitata a dire la difesa. Ma, come accennato, in questi giorni Salvati è stato anche licenziato senza preavviso da segretario comunale e cancellato d’ufficio dall’albo dei segretari comunali. Il Ministero dell’Interno contesta a Salvati di aver violato diversi imposti a tutti i segretari comunali. Ora Salvati potrà rivolgersi al Giudice del Lavoro.

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