Cassino, omicidio Feroleto: la difesa
«Donatella sta male, non può restare in cella»

Cassino, omicidio Feroleto: la difesa «Donatella sta male, non può restare in cella»
di Vincenzo Caramadre
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Martedì 18 Giugno 2019, 16:16 - Ultimo aggiornamento: 16:17
Malori fisici e inquietudini psicologiche per Donatella Di Bona, la 28enne di Piedimonte San Germano, rea confessa dell’omicidio del figlio, il piccolo Gabriel Feroleto. Condizioni fisiche e psicologiche che peggiorerebbero di gior- no in giorno e che non permetterebbero più la sua permanenza in carcere.
Per questo i suoi avvocati, Lorenzo Prospero e Chiara Cucchi, hanno chiesto, alla direzione del carcere di Roma-Rebibbia, una dettagliata consulenza psi- chiatrica e cardiologica, per valutare il trasferimento della donna in una idonea struttura sanitaria.

DA DUE MESI IN CARCERE

La donna da due mesi è rinchiusa in una cella del penitenziario romano, con il passare dei giorni, prende coscienza di quanto è avvenuto, tanto che i malori sarebbero frequenti e intensi. Guarda e riguarda la foto del piccolo Gabriel che le è stata consegnata dalla madre, dietro autorizzazione della direzione del carcere. Più di una volta ha chiesto di poter andare al cimitero: vuole portate un fiore sulla tomba del figlio.
E mentre la donna è rinchiusa nel carcere di Roma-Rebib- bia e il papà del bambino, Nicola Feroleto, nel carcere di Cassino entrambe accusati di aver ucciso, in concorso tra loro, il bambino - le indagini vanno avanti.
Domani a Roma, in un laboratorio specializzato in geologia, inizieranno le operazioni del consulente della Procura incari- cato di eseguire le analisi comparative del terriccio trovato sotto le ruote dell’auto, una Fiat Punto, di Nicola Feroleto e quello prelevato nel prato - a ridosso delle corsie dell’autostrada del Sole, in località Volla a Piedimonte San Germano - dove il bambino sarebbe stato soffocato perché avrebbe interrotto (o meglio, impedito con i capricci) un rapporto sessuale tra Donatella e Nicola.

IL PADRE CONTINUA A NEGARE

Lei ha confessato poche ore dopo il delitto. Lui, invece, nega, categoricamente, di essere stato presente al momento del fatto. L’analisi dei terreni, chiarirà definitivamente la presenza o meno di Nicola in località Volla il 17 aprile scorso, quando il piccolo è stato assassinato.
Lui, come accennato, giura di non essere stato presente al momento del fatto. Ormai da due mesi ripete di aver visto Dona- tella e Gabriel nel primo pome- riggio. «Sono andato via alle 13.30», ha sempre sostenuto il 48enne di Villa Santa Lucia e lo continua a ripetere al suo avvocato Luigi D’Anna che, nelle ulti- me settimane più volte lo ha in- contrato nel carcere di Cassino.

 
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