Da Notre Dame all'abbazia, il viaggio in bici dell'emigrante per tornare nella sua Cassino

Bruno Violo al suo arrivo a Cassino da Parigi in bicicletta
di Domenico Tortolano
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Venerdì 20 Agosto 2021, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 12:58

E’ arrivato a braccia alzate gridando “viva Cassino” come in una tappa del giro d’Italia o del tour  de France accolto da una piccola folla di italofrancesi. Lo strano corridore in maglietta bianca e rossa  è Bruno Violo, 65 anni, di Cassino ma residente a Parigi da oltre 40 anni con la passione della bicicletta da corsa. Una vita da emigrato ma con un sogno, quello di tornare  in sella ad una bici nella sua città natale e al quartiere collinare di san Michele dove vivono i suoi parenti. E ieri il suo sogno si è compiuto.

Dopo 23 giorni di viaggio in sella alla sua bicicletta da corsa ha concluso la sua corsa da Parigi a Cassino percorrendo ben 1927 chilometri. Un vero e proprio record. «Da anni – ha detto al suo arrivo al bivio per Montecassino davanti alla sua folla di amici e parenti – pensavo a questo viaggio avventuroso ma non mi decidevo. Quest’anno mi sono allenato e preparato. Mia moglie mi ha messo in una borsetta il minimo indispensabile di indumenti e il sapone per lavarli in albergo e sono partito».

Un viaggio solitario e senza alcuna assistenza lungo le strade nazionali della Francia e quindi in Italia. Dice: «Sono partito dalla  cattedrale metropolitana di Notre-Dame, che  è il principale luogo di culto cattolico di Parigi, chiesa madre dell'arcidiocesi parigina, per un percorso spirituale. E come pellegrino ho visitato lungo il viaggio diverse chiese e santuari. Il  mio viaggio si concluderà all’Abbazia di Montecassino».

Le difficoltà? «Troppe buche»

Quali problemi lungo il percorso: «Pochi, ma in Italia, da Genova a La Spezia ho sofferto molto il caldo, il sole cocente. A La Spezia, ospite di mio cugino, mi sono concesso un giorno di riposo come fanno i corridori al tour o al giro».

 E i pericoli? «Quando si va in bicicletta, soprattutto da soli, bisogna stare attenti alla strada.

In Italia, sul lato destro della carreggiata ho corso parecchi pericoli, asfalto rotto, brecciolino e buche. Il pericolo maggiore è in discesa. Ma tutto è andato bene. La sera mi fermavo negli alberghi e la mattina presto ripartivo. Mai pensato di fermarmi per la stanchezza. Il mio obiettivo era unico, quello di arrivare a Cassino in bicicletta».

In Francia è rimasto fermo due giorni per il maltempo ma poi la sua media giornaliera in sella è stata di 120 chilometri. L’ultima tappa quella più ansiosa, da Roma a Cassino via Casilina.  Racconta: «Ho fatto le tappe da Orvieto a Campagnano di Roma il 17 agosto, il giorno dopo da Campagnano a Roma dove mi sono fermato per andare in Vaticano. Una visita obbligata  alla basilica di  san Pietro per questo mio viaggio  spirituale alla ricerca  e alla riscoperta di valori cristiani». 

Le tappe del lungo viaggio

La prima tappa da Parigi-Notre Dame ad Arcueil il 28 luglio scorso.  Poi giù verso Nevers (dove c’è la tomba di Bernadette Soubirous, la  Madonna  di Lourdes che ha visitato), città governata nel 1500 dal Duca Ludovico Gonzaga, fratello del duca di Mantova Guglielmo Gonzaga.  Quindi Vichy, Le Puy en Velay, Privat, Gap, e poi da Barcelonnette l’ingresso in Italia a Cuneo. Quindi Geova, La Spezia, San Miniato,Monteroni, Orvieto, e l’ultima tappa di ieri in sette ore dalla capitale a Cassino.

Ad accoglierlo anche il cugino Antoine Tortolano, emigrato per anni in Francia e appassionato pure lui di biciclette. E’ stato consigliere comunale nella giunta Petrarcone di qualche anno fa. E domani saranno ricevuti in comune dal sindaco Enzo Salera. Antoine ha in programma il prossimo anno la tappa Parigi-Cassino con 60 corridori ma con l’assistenza e una piccola carovana.

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