L’imprenditore di 50 anni di Boville Ernica, indicato come l’amante di Marina e unico indagato per l’ipotesi di reato di omicidio ed occultamento di cadavere, è riuscito a dimostrare che il giorno della scomparsa della trentanovenne le utenze telefoniche dei due avevano impegnato celle telefoniche diverse. Ciò stava dunque a significare che entrambi si trovavano in posti diversi. Un elemento fondamentale questo per tirarlo fuori dal caso. Unica cosa certa invece, è che il giorno della scomparsa della commercialista, la donna si trovava a Roma. La sua utenza telefonica infatti, aveva agganciato quella della zona Termini e Tuscolano. Ma perché Marina si trovava a Roma se uscendo di casa aveva detto alla famiglia che doveva recarsi in questura per andare a denunciare un furto avvenuto nel suo ufficio? Qualcuna l’aveva costretta a seguirlo contro la sua volontà? Domande alle quali purtroppo gli investigatori non sono riusciti ancora a dare delle risposte.
La sua vettura ricordiamo era stata ritrovata parcheggiata in una zona alla periferia di Roma. L’ultima cella telefonica sarebbe stata agganciata nel salernitano. Non è escluso che qualcuno, forse per depistare le indagini abbia trasportato il cellulare della commercialista in territorio campano. I familiari distrutti dal dolore chiedono almeno di poter piangere la loro adorata Marina su una tomba. La mamma della commercialista è morta gridando il nome della figlia. Quella figlia che uscendo dalla sua abitazione di viale Mazzini, ha fatto perdere le sue tracce.
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