Caporalato, il sindacalista nega:
«Non sapevo che i braccianti
erano sfruttati e minacciati»

Caporalato, il sindacalista nega: «Non sapevo che i braccianti erano sfruttati e minacciati»
di Pierfederico Pernarella
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Sabato 19 Gennaio 2019, 14:53 - Ultimo aggiornamento: 15:05

Non sarebbe stato a conoscenza delle condizioni disumane in cui lavoravano i braccianti, né tantomeno del fatto che i lavoratori venivano minacciati di licenziamento per iscriversi al suo sindacato. Inoltre non avrebbe mai utilizzato per scopi personali gli introiti derivanti dal tesseramento e dalle pratiche di disoccupazione. 
Questi in sintesi i punti della difesa del segretario della Fai Cisl di Latina, Marco Vaccaro, 39 anni, di Morolo, arrestato nell’ambito dell’operazione della polizia contro il caporalato. Vaccaro è accusato di associazione a delinquere ed estorsione in concorso. 

TRE ORE DI FACCIA A FACCIA
Ieri, nel corso dell’interrogatorio di garanzia che si è svolto presso il carcere di Latina in cui è ristretto da giovedì mattina, il sindacalista, alla presenza dei suoi legali di fiducia, l’avvocato Giampiero Vellucci e Gaetano Marino, ha respinto ogni addebito. Il faccia a faccia con il gip Gaetano Negro, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare, è durato tre ore. 
La difesa, che ha fornito anche una serie di prove documentali, ha chiesto gli arresti domiciliari. Il gip si è riservato. «Il mio assistito - dichiara il legale - è estraneo ad ogni accusa». 

SFRUTTATI A SUA INSAPUTA
Innanzitutto la questione del caporalato: «Vaccaro - riferisce l’avvocato - ha spiegato al magistrato di aver collaborato con la cooperativa “Agri Amici” di Sezze per mettere a punto il contratto di lavoro in cui inquadrare i braccianti, ma non sapeva, anche perché non era suo compito, che quel contratto non veniva rispettato e che la coop impiegava i braccianti nelle condizioni lavorative contestate». 
Nell’ordinanza, al contrario, il gip Negro scrive che la cooperativa «aveva il sostegno del sindacato per coprire le violazioni commesse nella società ai danni dei lavoratori, inibendo le iniziative degli stessi lavoratori in ordine ad eventuali vertenze». 
Simili denunce, secondo quanto sostiene la difesa, al sindacalista non erano state mai fatte dai braccianti iscritti alla Fai Cisl. 

«NESSUNA ESTORSIONE»
Vaccaro ha poi respinto l’accusa principale: l’estorsione in concorso con i rappresentanti della cooperativa. Questi ultimi avrebbero minacciato i lavoratori di licenziamento se non si iscrivevano alla Cisl. A supporto di tale accusa nell’ordinanza viene riportata un’intercettazione in cui Luigi Battisti, rappresentante della coop, illustra la circostanza dei licenziamenti e delle iscrizioni alla Cisl (in ballo ce n’erano 400) proprio a Vaccaro. 
Battisti dice al telefono a Vaccato: «Se non la firmano non c’è problema, sta a posto, non ce rinnovo il contratto...». Il sindacalista ride e poi commenta: «Bene bene giusto».
«Il mio assistito - dichiara l’avvocato - ha riferito di non aver mai estorto l’iscrizione al proprio sindacato. Il tesseramento era avvenuto sulla scorta di un passaparola tra i lavoratori sulla bontà dell’operato di Vaccaro». Secondo l’avvocato l’intercettazione non prova nulla: «I tesserati non gli hanno mai riferito di essere stati minacciati per iscriversi alla Cisl». Tanto è vero, ha sostenuto la difesa, di quella coop 36 ne erano iscritti e tanti sono rimasti.

«I FLUSSI DI DENARO TRACCIATI»
Quanto poi ai presunti vantaggi economici, il sindacalista ha precisato di non aver mai toccato un centesimo: i soldi delle iscrizioni e delle pratiche di disoccupazione finivano nel conto corrente intestato alla Cisl e venivano utilizzati per pagare gli stipendi dei dipendenti e i servizi dello stesso. 
«Marco Vaccaro - dichiara l’avvocato Vellucci - è un sindacalista brillante.

Dopo aver guidato la Fai Cisl di Frosinone, era stato eletto alla guida della federazione pontina con il compito di risanarne la gestione. Il suo sindacato era in prima linea contro lo sfruttamento nei campi ed è stato grazie a lui che è stato attivato lo sportello Sos Caporalato». 

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