Campeggio, misteriosa intossicazione. Aperta un'inchiesta

Campeggio, misteriosa intossicazione. Aperta un'inchiesta
di Paolo Carnevale e Giovanni Del Giaccio
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Giovedì 18 Agosto 2022, 08:52 - Ultimo aggiornamento: 09:12

 Un'indagine aperta, gli accertamenti tecnici e un'intossicazione che per adesso resta un mistero. Cosa è successo al campeggio Le Molette di Trevi nel Lazio? Lo diranno le analisi in corso da parte del personale della Asl, ma l'ipotesi al momento più accreditata è che si sia trattato di salmonella. Una cinquantina i turisti - molti dei quali romani - che hanno chiesto l'intervento dei mezzi di soccorso e sono stati in osservazione negli ospedali ciociari o in alcuni romani. Stessi sintomi per tutti: diarreva, vomito, dolori addominali. Anche il tempo di incubazione sembra corrispondere, il batterio della salmonella impiega infatti circa 6-12 ore a procurare malessere e le prime richieste di aiuto sono arrivate nella serata di Ferragosto.
Ad accorgersi che qualcosa non andava era stata, tra gli altri, una signora residente nel centro di Trevi nel Lazio. Che ad un certo punto ha cominciato a sentire il suono delle sirene delle ambulanze che andavano e venivano. «Arrivavano senza soluzione di continuità - ha detto ieri- inizialmente pensavo che magari qualcuno si fosse sentito male per il caldo. Poi però ho visto che arrivavano anche le eliambulanze. E lì ho capito che qualcosa di grave doveva essere successo».
Non tanto da mettere a repentaglio la vita di qualcuno, ma certo a rovinare la vacanza sì. Anche ieri altri si sono rivolti ai pronto soccorso della provincia di Frosinone, dicendo di essere stati ospiti in quella struttura o nei pressi. Su alcuni dei referti è scritto chiaramente che hanno bevuto «acqua dalle fontanelle del campeggio», ma è la titolare a rendere noto che l'approvvigionamento avviene attraverso la rete idrica pubblica e che forse occorre guardare al tratto di Aniene che passa all'interno e dove è vietata la balneazione. Solo che pochi seguono il divieto...

LE IPOTESI

A dar corpo al fatto che il campeggio potrebbe essere solo sfiorato dalla vicenda c'è che solo alcuni dei pazienti hanno trascorso lì la giornata, la maggioranza era appunto nei pressi della fonte. Ma su questo faranno maggiore chiarezza i carabinieri, delegati dalla Procura di Frosinone. Anche i militari del Nas stanno svolgendo accertamenti mirati.
«All'inizio eravamo in 4-5 a sentirci male -ha detto un uomo di Anagni, ospite in quel giorno della struttura-; poi però i casi si sono moltiplicati.

Ci siamo così rivolti alla direzione del camping, che ha chiamato i soccorsi». Circostanza confermata dai titolari della struttura ricettiva: «Alla prima segnalazione abbiamo chiamato il 118». Al lavoro, in queste ore, i tecnici di laboratorio, che stanno analizzando l'acqua del fiume (l'Aniene) che scorre nella zona, e che passa all'interno del territorio in cui si trova il campeggio. L'ipotesi del batterio nel fiume non è esclusa a priori neanche dal sindaco di Trevi, Silvio Grazioli, che ha comunque detto di voler aspettare i risultati delle analisi che arriveranno nei prossimi giorni.

IL PRECEDENTE

Nel pomeriggio di ieri è poi emerso un altro elemento significativo; qualche anno fa si era verificato, nella stessa zona, un caso molto simile. In quella circostanza a restare coinvolto erano stati ragazzi di un gruppo scout. Una circostanza che lascia pensare, anche se ovviamente bisognerà fare tutti i controlli, che il problema sia proprio nell'acqua del fiume che bagna la zona.
Paolo Carnevale
Giovanni Del Giaccio
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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