Clan Senese in Ciociaria, investito mezzo milione di euro nel settore abbigliamento: un arresto a San Giorgio a Liri

Clan Senese in Ciociaria, investito mezzo milione di euro nel settore abbigliamento: un arresto a San Giorgio a Liri
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Mercoledì 8 Luglio 2020, 14:40 - Ultimo aggiornamento: 14:41

C’è anche un noto commerciante di San Giorgio a Liri, Bernardo Papa, di 69 anni, tra gli arrestati nell’ambito della vasta operazione che ha decapitato il clan Senese, che operava nella capitale.
Bernardo Papa, ieri mattina, è stato svegliato dai Finanzieri della polizia Valutaria e lo hanno posto agli arresti domiciliari con l’accusa di riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori e reimpiego di valori illeciti.

Ieri mattina sono state eseguite 28 misure cautelari, di cui 16 in carcere, che, di fatto, hanno decapitato l’organizzazione criminale guidata da Michele Senese, detto «ò pazz», boss indiscusso. Un capoclan che, sebbene in carcere presso la casa di reclusione di Catanzaro ( dove sta scontando una condanna quale mandante dell’omicidio del “boss della Maranella” Giuseppe Carlino, nel 2001) continuava a comandare l’attività attraverso pizzini che recapitava al figlio Vincenzo nelle scarpe. 

L’indagine della Dda svolta da Guardia di Finanza e Squadra Mobile, ha portato all’arresto anche del fratello del boss, Angelo Senese, del figlio di Michele, Vincenzo e della moglie del boss Raffaella Gaglione. Sono «ritenuti responsabili, a vario titolo e in concorso, di estorsione, usura, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, auto riciclaggio e reimpiego dei proventi illeciti con l’aggravante di avere agito con metodo mafioso agevolando la galassia criminale della camorra campana».

Tra le persone raggiunte da misura cautelare in carcere anche Claudio Cirinnà, 54 anni, fratello della parlamentare del Pd, Monica Cirinnà. Nei suoi confronti la Procura contesta i reati di usura, estorsione, auto riciclaggio e intestazione fittizia di beni. Secondo quanto accertato dagli inquirenti l’arrestato non avrebbe legami diretti con il clan Senese ma, sostanzialmente, prestava somme di denaro a soggetti che, a loro volta, erano vittime di usura del clan. Nell’operazione è coinvolto anche il figlio di Claudio Cirinnà, Riccardo di 26 anni, per il quale il gip ha disposto gli arresti domiciliari. 

Secondo quanto accertato dal procuratore aggiunto Ilaria Calò e dal sostituto Francesco Minisci, erano vari i canali di investimento che il clan Senese utilizzava per «ripulire» e far «fruttare» le somme di danaro accumulate nel tempo e, almeno in parte, occultate in luoghi non convenzionali spesso ricavati all’interno di diversi immobili nella disponibilità della famiglia. Ruolo di primissimo piano era affidato al figlio del boss, un «soggetto estremamente pericoloso e straordinariamente insidioso». 

La famiglia ha investito circa 500 mila euro nel commercio all’ingrosso di abbigliamento in Ciociaria. Altre somme di denaro illecite, per circa un milione, sono state impiegate per finanziare attività imprenditoriali di una società milanese. Parallelamente il fratello del boss Angelo Senese è riuscito a fare confluire investimenti per oltre 230 mila euro in attività di ristorazione a Roma, tra le quali «Da Baffo» e «Da Baffo 2», nonché un importante stabilimento in provincia di Latina di produzione casearia. 

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